“Fai domani quello che non hai voglia di sorbirti oggi” è, o è stato, il motto di tanti.
Parola d’ordine: rimandare o temporeggiare. Cazzeggiare, per i francesi.
Ma capiamoci, non è solo questione di pigrizia, di carente forza di volontà generatrice di giramento di pollici e sbuffo facile.
Esiste anche la procrastinazione indotta dalla paura, una paura con il duplice compito di salvagente e àncora: protegge dai fallimenti, ostacola i successi.
Un giorno la mia psicologa parlò di narcisismo con una connotazione differente dall’egocentrismo; una forma di narcisismo che tutela e affossa senza che nemmeno te ne renda conto.
Perchè non è tutta colpa del karma, del destino o della sfortuna. Non sempre, perlomeno.
Progetti, sogni ed idee portano risultati non quando vengono coccolati dalla mente, nè quando divampano nei pensieri come un maglioncino in acrilico a contatto con la fiamma.
Progetti, sogni e idee prendono il volo nel momento in cui, con in spalle le paure e le speranze ed il coraggio, ci si butta, consci del volo che aspetta, e dell’eventuale, dolorosissimo schianto.
Perchè se le cose sono ferme non è tutta colpa del karma negativo, sviluppato alla materna quando sfottevi il compagno con le orecchie a sventola; nè del destino che ti predestinerà ad un futuro di gocciole senza gocce e casse del supermercato bloccate al tuo turno.
E’ più questione di tenacia che di sfiga. La fortuna – nella quale la sottoscritta crede molto – a volte è un’adolescente stupida: si fissa con uno e non lo molla più. Per questo va pungolata; bisogna farsi notare, attirare l’attenzione, urlarle “yuhuuu”.
Ho impiegato 28 anni per capire che non dobbiamo crearci un futuro da ipotizzatori seriali, da maestri dei se e dei ma.
E’ arrivato l’anno in cui le cose andranno rivoluzionate. Oggi, non domani.
E poi lo dice anche la mia compagnia telefonica: life is now.
Plachiamo la mia inesauribile saggezza con i muffin. Questi sono vegani, MA tieni in considerazione che ho annotato la ricetta come “Torta che piace al Ragazzo Economista”, tester ufficiale per ciò che di non onnivoro viene qui postato.
Ho scritto torta perchè è sempre stata cotta in una teglia da 22 cm di diametro, ma l’impasto, diviso in 12 pirottini, ha superato egregiamente la prova muffin.
Il sapore non è ovviamente burroso, ma fidati che hanno il loro perchè!
Ingredienti per 12 muffin
- 150 g di farina di farro
- 80 g di zucchero di canna
- 25 g di cacao amaro
- 100 g olio di mais
- 200 ml di latte vegetale (vedi note)
- 2 cucchiaini di lievito per dolci
- 1 bel pizzico di sale
- 1 pera
Preriscalda il forno a 180°C, e nella teglia da muffin inseriscii 12 pirottini (o ungi e infarina ogni spazio).
In una ciotola versa la farina, lo zucchero, il cacao, il lievito, il sale e amalgama.
Aggiungi poi l’olio ed il latte – poco alla volta per non formare grumi – e mescola finchè non sarà tutto uniforme.
Unisci la pera tagliata a cubetti.
Con un cucchiaio riempi ogni pirottino per circa 2/3 e inforna per 30 minuti.
Alcune note
I muffin risultano umidi.
L’olio può variare, ti consiglio però quello di mais perchè, tra gli economici, è senz’altro il più delicato. Evita quello di girasole se non vuoi un sentore di fritto.
Il latte vegetale può anche essere sostituito da quello vaccino se vuoi solo una ricetta più leggera ma non vegana.
Puoi sostituire la pera con altra frutta, purchè non troppo umida.
Ti ispira (la ricetta, ma anche il discorso)?
Pier(ef)fect says
Sulla tua parentesi filosofica non posso che concordare, anche se come dicevo nell’ultimo post, a volte vuoi un minimo feedback, perché a furia di lanciarti e cadere hai passato fin troppo tempo in ortopedia. A volte basterebbe il palesarsi di una alternativa, e invece…
I muffin comunque sembrano ottimi, umidi li preferisco!
Alice says
Hai ragione. Diciamo che è utile girare con un materassino su cui cadere: ci si ferisce, ma almeno si evita il pronto soccorso.