Dopo i falsi miti sugli umani dagli occhi grandi, ed i falsi miti sui generatori di umani dagli occhi grandi non mi esimo dal criticare l’altra faccia dell’estate ragazzi: l’animatore.
Me stessa, insomma.
Animatore si nasce.
Ma non tutti hanno l’animo intrattenitore e lo spirito da villaggio turistico.
Se come me sei dotato solamente di spirito bibliotecario per il quale festa è sinonimo di binge watching e abbuffata di patatine, la soluzione è mimetizzarsi.
Indosserai la maglietta con il logo del centro come i colleghi (e a prescindere dalle tue capacità, questa ti darà già il titolo di “animatore”), alzerai la voce per sgridare qualche bambino random (dando l’impressione di saperti imporre – e qualcuno da riprender) e organizzerai una caccia al tesoro che manco i pirati (confermando che ci sai fare).
Ovviamente si noterà; perchè sarai il più timido, e non conoscerai i balli di gruppo nati dopo la macarena; e anche quando partirà la macarena tenterai di eclissarti dietro un albero.
Non tutti gli animatori amano ciò che fanno.
Anche quelli nati con lo spirito giusto.
Perchè i bambini urlano. I bambini piangono e si oppongo e litigano.
I bambini sono troppo bambini.
Hanno più capacità di quante si possa pensare.
Non è solo organizzatore di giochi e balli.
E’ anche controllore, infermiere, consolatore, motivatore, maestro, psicologo. Detective (ho risolto casi di oggetti smarriti che se solo Agatha Christie fosse ancora viva…)
Guadagnano una miseria.
Cifre che con un’ora di lavoro non ci si pagano due gelati con la panna.
Contando che si ha la responsabilità di almeno trenta bambini…
Devono subire.
Possono essere insulti di una nonna che ti definisce “il Duce” per aver tolto le carte al nipote, il quale al centesimo richiamo continuava a giocare durante un’altra attività.
Possono essere le palpate del cinquenne che con trent’anni in più verrebbe denunciato per molestie sessuali.
Possono essere le mani sporche di materiale biologico dopo la tappa bagno – perchè lavarsele è un optional per il 90% degli umani tascabili.
Possono essere tante, tante, tante altre cose.
Hanno molta memoria.
Perchè ad ogni genitore corrisponde un bambino, e ad ogni bambino cento raccomandazioni.
Quindi un animatore deve ricordarsi che Tommaso ed Andrea a merenda non possono prendere le patatine, ma a pranzo è permesso il ghiacciolo. Che Gaia non può comprare nulla al bar, ma volendo il gelato ed essendo peggio di una gazza ladra va controllata a vista; come l’altro Andrea che stai certo comincerà a correre quando impugnerà la forchetta; e poi Sofia ed Elena vanno portate in un bagno dove possano sedersi, perchè la turca equivale ad un pediluvio di urina; e Caterina ha la mamma assassina che ci avverte dell’allergia alle muffe e le mette il Condiriso con i funghi. Giorgia è allergica alle punture di insetti (ed il centro è un paradiso per entomoligi) sulle quali va massaggiato il Gentalyn Beta prima che il leggero gonfiore assuma le grandezze di una padella; ah, e se Giorgia dovesse gonfiarsi e assumere le sembianze di un pallone da aquazorbing, il Bentelan è nella tasca anteriore dello zainetto glitterato.
Si fa l’animatore per cause di forza maggiore.
Leggi: per mantenersi gli studi.
O ancora: per disoccupazione.
Non ci si spacca la schiena come in fabbrica, non è risate e divertimento come sembra.
E’ un lavoro, a tutti gli effetti; ma pulisce sederi, parla talvolta con voci falsate e si fa assalire dai bambini.
Quindi ricordati, la prossima volta che incontrerai un animatore compatiscilo: perchè gli umani dagli occhi grandi saranno sempre indomabili umani dagli occhi grandi.