Da quando so di avere la sindrome di Asperger ho scoperto la standardizzazione di reazioni, ovvero risposte invariate qualsiasi sia l’individuo davanti a me.Ammetto di non averlo confessato a molte persone che non fossero amici o parenti, ma le reazioni sono sufficienti per stilare l’elenco.
Per esempio, in un’epoca in cui le sorelle ti diagnosticano l’appendicite con un test on-line (storia vera), la prima reazione è: “Ma su che sito hai fatto il test?”
E lo capisco, perchè esistono i cultori dell’autodiagnosi; però no, non ho fatto il test on-line.
La fortuna ha voluto che l’unico ambulatorio italiano per l’autismo negli adulti fosse ai piedi della Mole; e la diagnosi non è immediata: si risponde a moltissime domande, si fa il test del QI, si chiacchiera, si racconta il proprio passato. Solo dopo aver messo insieme tutti i pezzi lo psichiatra giunge alla conclusione, indirizzando la persona da uno psicologo che possa seguirla ed aiutarla.
A questo punto del discorso il mio interlocutore sarà stato distratto da un particolare che affascina la razza umana fin dai tempi delle prime riviste scientifiche che d’estate propongono test di ogni genere; quelle tre (o due…) cifre che, insieme all’esistenza di Dio e al successo di “50 sfumature di grigio”, sono il dubbio esistenziale più grande per l’uomo: il quoziente intellettivo.
“HAI FATTO IL TEST? Oddio come si fa? Voglio saperlo anch’io! Su Facebook mi è uscito 134!“
Ecco, da ex adolescente abbonata a Focus, anch’io avrei la stessa reazione. Però non lo paragonerei a quello di Facebook…
Il vero test (il WAIS R) è un insieme di prove (da domande di cultura generale, alla memorizzazione di sequenze di numeri, fino alla ricomposizione di figure e a calcoli matematici) che mettono un’ansia da prestazione non indifferente; sono uscita dall’ambulatorio con la tensione che manco un tesista a fine esposizione.
E la risposta non è immediata: va analizzato; così passi i giorni seguenti in un brodo di dubbio e insicurezza, chè se poi risulti intelligente quanto Topo Gigio, buon crollo di autostima.
Dopo la delusione del test, si passa ai paragoni.
“Ma figurati se hai ‘sta sindrome, non ti comporti mica come Forrest Gump“.
A parte che Forrest Gump è un personaggio inventato.
A parte che Forrest Gump non aveva la sindrome di Asperger (perlomeno non la mia “versione”).
A parte che, senza offesa per Forrest, lui aveva un notevole ritardo mentale che io non ho; ma la sindrome di Asperger non è per forza sinonimo di stranezza.
Il che si ricollega alla frase più quotata.
“Ma tu sei normale. Non sembri come Tizioconl’Asperger“.
Capiamoci. Questa sindrome rientra nello “spettro autistico” che, in quanto spettro, è fortemente variabile. Se contiamo che le donne con l’Asperger sono rarissime, e molto brave a recitare la parte delle neurotipiche (Hollywood aspettami!) allora non immaginare che sotto pressione io inizi a girare su me stessa urlando come una scimmia.
Piuttosto non noterai che ho comportamenti stereotipati delle mani, non farò trapelare la sensibilità estrema che ho nei confronti dei rumori forti, non vedrai che emulo i comportamenti altrui perchè incapace di comprendere tutte le regole sociali, penserai che l’incapacità di fare due cose contemporaneamente sia un piccolo difetto e penserai sia un po’ fredda quando non ricambio con il sorriso l’abbraccio di mia sorella.
In realtà sotto c’è l’Asperger. Ma sono da Oscar e non lo noterai.
E per finire la frase che solo i più impavidi hanno il coraggio di fare.
“Ma se Einstein, Newton ed Hemingway erano Asperger…com’è possibile che anche tu lo sia?”
Già…me lo chiedo anch’io.
A quanto pare il mio QI è superiore alla media, ma a livello pratico ho capacità speciali solo nelle perdite di tempo e nel ritrovo di oggetti smarriti nel caos di camera mia.
Però come ho scritto prima, la sindrome è varia: c’è chi nasce Mozart, c’è chi nasce Alice.
E comunque con la pianola ero brava.
Ora ammetto di essere molto curiosa: se tu incontrassi un Asperger, cosa vorresti sapere? Avresti il coraggio di fare domande o ti sembrerebbe sbagliato? Quanto sai e quanto ti è ancora sconosciuto?
PS:
Dopo aver letto questo post di La folle ho deciso che è inutile rincorrere una “settorialità” che non sono in grado di mantenere: sono un’accumulatrice di argomenti e in quanto tale lo è anche questo spazio.
Perciò d’ora in poi, ai post di cucina, ai post di viaggio, ai post su Torino si aggiungeranno questi di “Vita da asperger” in chiave psicoironica; nel caso il nome del blog non fosse chiaro, continuerà ad essere un fritto misto.
Araba Felice says
Tanto di cappello.
Altro che QI di Topo Gigio, per scrivere un post del genere, autoironico e delicato, ci vuole un cervello grande come una casa.
Ed un cuore non comune.
Ti abbraccio, anzi, batto un cinque 😉
AliceOFM says
Grazie Araba, sei gentilissima 🙂
Manuela Vitulli says
non l'avrei mai detto, ma in fondo… perché avrei dovuto dirlo?
Ognuno è speciale nella sua essenza e, ti dirò di più, tu lo sei più di altri.
Da quando sono finita per la prima volta sul tuo blog ho pensato che sei un essere speciale. Il tuo modo di descrivere, la tua delicatezza, il tuo occhio per le foto, la tua sensibilità. Credi sia cosa da poco?
Hai un microcosmo bellissimo Ali! E non ci interessa la settorialità, ma il tuo fritto misto. Sì che ci piace!
AliceOFM says
Non credo di essere più di altri, anzi ne sono certa; però prendo timidamente i tuoi complimenti!
Rientrando nelle centinaia di blog sconosciuti a volte mi chiedo perchè stia continuando, ma poi un commento come questo mi tira su di morale…grazie Manu :*
Manu says
Grazie per questo bel post e complimenti per il coraggio che hai avuto nello scriverlo.
Continua così.
Ti abbraccio
AliceOFM says
Grazie Manu 🙂
Chiara Setti says
Adesso capisco perché sei così speciale Alice…io so pochissimo su questa sindrome, vidi un ragazzo in tv che aveva dei continui scatti nervosi tipo tic e il solo modo per placarli era cantare (tra l'altro aveva una voce da brivido!!!)…..e quindi sono felice di questo post e spero ce ne saranno altri perché non c'è cosa più bella della conoscenza e della condivisione….
Anche io come araba ti batto il 5 per il tuo coraggio ma ti mando anche un bacio pieno di affetto…vedi tu come accoglierlo! 😉
AliceOFM says
Non sono per nulla speciale, te lo assicuro 🙂
Quel ragazzo ha probabilmente una forma molto più "grave" della mia, il che fa capire quanto variabile possa essere la sindrome.
Però ti ringrazio e accetto molto volentieri il cinque ed il bacio 🙂
Chiara Setti says
E invece per me lo sei speciale!! i tuoi post hanno sempre un che di particolare e vero che mi piace un sacco!! :*
AliceOFM says
Sono felice perchè quello esula dalla sindrome :)))
La Folle says
Con questo post hai risposto in parte alla domanda che ti ho appena scritto nel post in cui parli della sindrome. Mi riconosco in altre cose che hai elencato, tipo "non farò trapelare la sensibilità estrema che ho nei confronti dei rumori forti, non vedrai che emulo i comportamenti altrui perchè incapace di comprendere tutte le regole sociali". Mi rimane la curiosità sul motivo che ti ha portata a indagare su questo problema. Che poi definirlo problema mi pare proprio esagerato, mi sembra di leggere semplicemente i piccoli difetti di una persona normale (che un pò mi somiglia) 🙂
A breve comunque dovrei incontrare uno psicologo perchè in questo periodo sto avendo parecchi problemi d'ansia, forse potrei parlarne con lui e vedere se è il caso di indagare anche su questo, anche se sinceramente… non so se voglio saperlo veramente, sai? Intendo… io sono fatta così e ho fatto fatica ad accettarlo, se ora mi metto in testa di avere una sindrome ciao proprio. Potrei ricominciare a sentirmi una persona strana e ho paura di questo. Bisogna "curarla" per forza?
AliceOFM says
Ti ho risposto nell'altro post 🙂 comunque ci sono arrivata per una pura concatenazione di eventi: il mio ragazzo ha trovato una somiglianza tra me e la protagonista di un libro, me l'ha regalato, l'ho letto, mi rispecchiavo in lei, a metà libro si scopre della sindrome di cui è affetta e così mi sono informata (più per curiosità che altro).
Non ho cercato più di tanto proprio per paura di condizionarmi, ma quel poco che avevo letto mi rappresentava; a quel punto ho provato a scrivere una mail ad un'associazione italiana della sindrome di Asperger (non ricordo più quale) che mi ha fornito l'indirizzo del centro ambulatoriale di cui ho scritto nel post. Da lì poi il resto.
Bisogna curarla? No, anche perchè non essendo una malattia non si può curare: i problemi ci sono e rimangono; però la terapia aiuta tantissimo, sia a "livello Asperger" che a "livello normale".
A me sta servendo per imparare piccole cose che mi fanno e faranno sentire più sicura.
Ripeto, i tratti della sindrome non si possono guarire: odio il contatto fisico e ancora ora non capisco il bisogno d'affetto, come non so entrare in un negozio senza prepararmi un "discorso" – e so che mai riuscirò a farlo; però posso "tacconare": il mio ragazzo sa di non potermi abbracciare in maniera "soffocante" ed io ho imparato che un abbraccio in più sa renderlo felice, come ho imparato che tutto il mio rimuginio prima di andare in panetteria serve a poco, quindi penso al saluto, a cosa acquistare e stop.
La terapia è la medicina per soffrire meno e vivere meglio.
In ogni caso fai bene ad andare da uno psicologo, e nulla di vieta di esporgli i tuoi dubbi (se è bravo saprà aiutarti! 🙂