Il riassu-mese di marzo è degno di questo nome, non perchè riassuma in in modo breve e conciso tutti i libri e film ed eventi che ho letto e visto e vissuto – la concisione non è proprio il mio forte – ma piuttosto perchè è finalmente più ricco di consigli.
LIBRI
Accompagnata da una grande fatica ho finito “Kafka sulla spiaggia” di Murakami. Lo scorso mese era stato l’unico libro iniziato, e fino all’ultima pagina ho dovuto metterci coraggio, forza e sudore per terminarlo. Ogni capitolo si alterna tra le storie di due personaggi: un anziano dall’animo di bambino, e un giovane adolescente cresciuto troppo in fretta.
La narrativa minuziosa che ho follemente amato in “Norwegian Wood“, qui l’ho trovata solamente noiosa e prolissa. Se l’intento di Murakami era quello di far vivere al lettore, attimo per attimo, gli angosciosi problemi mentali di ‘sto benedetto ragazzino giapponese, allora complimenti Haruki, ci sei riuscito. Altrimenti no.
Ma si tratta di un romanzo in stile realismo magico, avrei dovuto avvertire il campanello d’allarme – io che raramente so apprezzare il fantasy in ogni sua forma.
Questa recensione non toglie però la stima che ho per le doti descrittive di Murakami, capace di rendere di una dolcezza indescrivibile (se non da lui) Nakata, l’anziano protagonista.
Esageratamente prolisso |
Da qualche anno, per la festa della donna ricevo da mio padre un libro, regalo molto più apprezzato (e non dimenticato) dei fiori. Quest’anno, in quanto vegetariana convinta e simpatizzante vegan, sono stata letteralmente sfottuta tra le righe con “Ho sposato una vegana” di Fausto Brizzi, Re-regista della commedia-media all’italiana, nonchè sceneggiatore di diversi cinepanettoni.
…
Ma parliamo della sua ultima impresa letteraria: in questo libro racconta la vita, dai primi appuntamenti fino a pochi mesi fa, con la moglie e attrice Claudia Zanella, vegana radicale e salutista.
Sono rimasta terrorizzata dalla suddetta Claudia, non per i suoi principi (che condivido senza dubbi), ma per i suoi metodi: urlare davanti a centinaia di persone contro un mago che utilizza le colombe in un suo numero, non credo sia la tattica migliore per far comprendere alla gente il concetto di diritti animali=diritti umani. Nè permettere che suo marito racconti di quella volta che l’ha beccata sul balcone a brucare dell’erba come una mucca a colazione: così dai l’idea che l’alimentazione vegana porti alla follia, più che al benessere di tutti.
Considerazioni personali a parte, il libro è molto scorrevole, si finisce in un paio d’ore e custodisce degli aneddoti esilaranti che ti faranno guardare con occhi diversi Claudia Zanella (ma non i vegani).
Ma esistono anche vegani non salutisti |
Ultimo libro è “Momenti di trascurabile infelicità” di Francesco Piccolo (qui il livello cinematografico aumenta, ma chissenefrega dal momento che parliamo del Piccolo scrittore, non sceneggiatore).
Si tratta di una collezione di cose e attimi fastidiosi della vita, una sorta di trasposizione letteraria dei piccoli dispiaceri de Il favoloso mondo di Amélié.
“Quando mi dicono: ti potevi vestire meglio. E io mi ero già vestito meglio“
“Quando devo sedermi davanti in taxi“
“Gli addobbi natalizi appena dopo Natale“
Per esempio.
Poi ce ne sono alcuni, aneddoti di poche pagine, che non ho proprio capito.
Come quello con il ragazzino giapponese che ha preso in casa con sua moglie e sua figlia (è stato adottato? E’ la storia di un conoscente? E’ quello che chiama “mio figlio” in qualche altro mini racconto?), o quello in cui parla in prima persona di tradimenti alla moglie (sono inventati? Sono le storie di un conoscente? La moglie è ancora sua moglie nonostante al corrente dei tradimenti?)
Se l’hai letto spiegamelo.
Se non l’hai letto sappi che è un libro che fa sorridere quando ti ritrovi in alcune sue stesse infelicità. Ripongo più speranze in “Momenti di trascurabile felicità“, appena iniziato.
Ripongo più speranze in “Momenti di trascurabile felicità” |
FILM
L’ultima volta che ho visto “Shining“ è stato per l’esame di “Storia del cinema A”, quindi rivederlo ha riattivato quei meccanismi che si innescano quando guardi un film non per piacere ma per comprendere le tecniche di regia. Te lo consiglio se una sera fossi in preda alla voglia di notare l’abbondante uso che Kubrick fa dello specchio come oggetto di ambiguità del doppio (eh?)
A parte questo, per essere un film di quasi quarant’anni fa riesce ancora oggi ad infondere un non indifferente senso d’angoscia (un bambino che parla con due voci farà paura in eterno); e poi come si può non amare la specularità delle immagini (su cui Wes Anderson, per mia gioia, ha costruito la sua carriera)?
Un bambino strano è sempre fonte certa di paura Credit: popmatters.com |
Ma torniamo ai film dei giorni nostri.
“Room” è stato il migliore. Avevo letto un sacco di recensioni ma, sarà che il mio istinto materno è attualmente non pervenuto, non capivo cosa ci potesse essere di così eccezionale. Inoltre, non avendo neanche mai visto il trailer, qualcosa nella trama non mi quadrava: come si può parlare di amore quando una madre tiene rinchiuso il figlio in una stanza?
Poi l’ho guardato e ho capito.
Ogni scena trasmette angoscia, tristezza, paura, e amore incondizionato, rendendo facilissima l’immedesimazione, nella madre e nel figlio.
Detto così faccio passare la voglia di vederlo, ma faresti un errore grave. Guardalo. Assolutamente (in lingua originale, non perchè fa figo ma perchè un cinquenne doppiato da un adulto è inascoltabile).
5 anni ma la voce italiana sembra di un ragazzino appena entrato nella pubertà Credit: lylesmoviefiles.com |
“Il caso Spotlight” è il vincitore 2016 dell’Oscar al miglior film e alla migliore sceneggiatura originale. Quando è così cerco sempre di partire negativamente prevenuta per evitare l’influenza da riconoscimento.
Credit: cinetecadibologna.it |
Se si parlasse della vita familiare di una lavandaia inglese non ne varrebbe la pena, ma un ripasso del perchè essere femministe (e femministi) non sia poi così sbagliato, non farà male a nessuno.
Credit:doyenneofhistory.com |
Ultimi due in breve.
“Guida galattica per autostoppisti“: è un no per il libro che non sono proprio riuscita a finire, ed è un no anche per il film. Non dico sia pessimo, ci sono momenti divertenti e Zooey Deschanel è sempre graziosa, ma ci credi se ti dico che non me lo ricordo quasi più?
“Lost in translation” è un ni. L’ho guardato perchè apprezzo immensamente Bill Murray e Scarlett Johansson. In un albergo di Tokio Lei, giovane moglie in trasferta con il marito, incontra Lui, attore annoiato dalla routine familiare e in Giappone per lavoro. La loro solitudine ed insonnia li porta ad avvicinarsi. Ed è proprio il rapporto particolare che nasce tra i due a confondermi, e se qualcosa mi confonde, non mi convince totalmente (e poi Sofia Coppola mi sta antipatica).
Belle le scene in cui lei gira sola per la città. Mi rivedevo nelle Johansson durante le mie trasferte padovane – solo con meno seno, meno labbra, meno fascino…
TV
Categoria che potrebbe nascere e morire in marzo, perchè creata per l’unico programma televisivo che mi stia interessando: The Great British Bake Off. Lo so che è iniziato il primo aprile, ma se te lo fossi perso puoi recuperare le prime due puntate.
In ordine: o-o-o-occhi di ghiaccio Paul Hollywood, Sue Perkins, Mel Giedroyc e la favolosa Maria Bacca. Credit: telegraph.co.uk |
Non ti immaginare i nostri concorrenti e giudici (sicuramente scelti con l’ambarabaciccicoccò), perchè qui abbiamo concorrenti con le mani da artisti, e giudici giudicanti, mica personaggi costruiti: c’è l’inglesissima Mary Berry, che d’ora in poi chiamerò Maria Bacca, e occhi di ghiaccio Paul Hollywood; a condurre sono le comiche Sue Perkins e Mel Giedroyc, che a differenza nostra fanno ridere per le battute e non per l’incapacità ai fornelli.
Per marzo è il caso che mi fermi qui (e poi non so come chiudere il post).
Patalice says
…proprio non mi va minimamente di leggere della moglie di Brizzi e delle sue pindariche avventure vegane…
io sono carnivora, e mi divido le cosce di pollo con il mio amatissimo cucciolo umanizzato…
…per quanto concerne i film, quello che ancora non ho visto e che mi ispira tanto tanto è "Suffragette"
AliceOFM says
Io con la mia cucciola dividevo la sua debolezza più grande, le carote!
leparoleverranno says
Confessa, hai scoperto come trasformare un giorno di 24 ore in uno di 48???
Io ho mantenuto il mio buon proposito di marzo e su due film ne ho visto uno, non mi posso lamentare. Si è trattato proprio di "Room", la mia impressione si può riassumere così: la notte non ho chiuso occhio. Eviterei, quindi, di rivedere "Shining"…
Francesco Piccolo mi piace molto, questo mi manca, se riesci leggi gli altri, un sorriso te lo strappa sempre. Al prossimo riassu-mese!
AliceOFM says
No, è che la sera ho poca vita sociale 😀
Piccolo non ho capito se mi piaccia perchè questo libro è quasi a "punti"; però molte delle parti più descrittive erano narrate con un genere di ironia che mi piace, quindi mi sa che seguirò il tuo consiglio.