In principio fu carta da regalo dagli accostamenti discutibili.
Topolino e Minnievestiti di rosso su sfondo blu con ghirlandeverdi, o Babbo Natale con le renne e i pacchi e i fiocchi di neve in un mondo di sfumature psichedeliche.Ricordo ancora i regali sotto l’albero incartati da innocenti mescolanze di colore, quando l’armocromia si pensava fosse un difetto visivo e nessuno badava poi tanto all’armonia dell’insieme (ah gli anni ’90).
E’ stato l’avvento di Pinterest a consacrare il rito dell’impacchettamento, pardon, del packaging DIY.
Perchè il packaging non è più solo il sistema utilizzato per incrementare l’effetto sorpresa, ma è diventato parte integrante del regalo stesso.
Io in primis sono stata vittima di questo sistema perfezionista e maniacale: cinque anni fa, quando la carta da pacchi nuda e cruda aveva iniziato a spopolare sui blog americani ma non sugli scaffali dell’Ipercoop, ho passato intere settimane a cercarla nelle peggiori cartolerie di Torino e dintorni (trovandola e facendone grandi scorte da Nuova Bertone e Bertino in Piazza della Repubblica).
L’anno dopo la carta aveva iniziato a spopolare sugli scaffali dell’Ipercoop, ma lo spago che volevo io lo trovavi solo sui blog delle americane o in cantina da mio padre: e così via con i regali incartati con carta da pacco e corda sottile, che se mia nonna mi avesse vista si sarebbe domandata se fossi scema.
Poi ci sono stati i washi tape, la calligrafia, le targhette, il DIY e i mazzolini di erbe/rami/ghiande.
Sono rea di tutto, e forse anche tu di qualcosa.
Per questo in uno dei miei tanti momenti di vuoto cosmico mi sono domandata: perchè tutto questo entusiasmo per la carta da regalo e l’impacchettamento e il DIY?
Abbiamo forse paura di rimanere indietro rispetto alle mode attuali? Temiamo di risultare banali o sciatti? O sarà una dilagante ricerca di una forma d’ordine che riporti equilibrio nell’odierna caoticità?
Non lo so, non sono così esistenzialista e dopo essermi posta la domanda ho iniziato a fare altro; però se vuoi distinguerti senza perdere troppo tempo e denaro, questa carta da regalo è perfetta.
E se hai un bambino e vuoi unire l’utile al dilettevole, hai anche la manodopera a sforzo zero (vedi le note).
Per il timbro fatto con una patata
– carta da regalo/pacchi
– patata
– tempere
– taglierina (in alternativa un coltello)
– piatto di carta
– acqua
– formine per biscotti (opzionali)
Non credo siano necessarie spiegazioni ma non mi costa buttare giù due righe.
Taglia la patata lungo il lato più adatto alla tua formina.
Infilzala con la formina per biscotti per almeno mezzo centimetro, ed elimina ciò che rimane fuori da questa con tagli orizzontali e verticali, in modo da ottenere lo stampino. Togli la formina, sciacqua bene la patata e asciugala.
Nel piattino versa un cucchiaino di colore e diluiscilo con un po’ d’acqua in modo da ottenere un inchiostro nè troppo denso nè troppo liquido (fai qualche prova).
Srotola la carta da pacco e comincia a timbrare.
Alcune note
Meglio la taglierina del coltello perchè con quest’ultimo rischi di lasciare la seghettatura dei dentini (ma se stai usando una patata come stampino, non credo sarai così pignolo).
Se non hai le formine puoi utilizzare una matita per disegnare la forma, ma sarà meno precisa (comunque stai sempre usando una patata come stampino, non essere troppo scrupoloso).
Leggendo queste parole esoneri la sottoscritta da ogni danno arrecato da tuo figlio/nipote/cugino a muri/vestiti/tessuti.
Ma ora dimmi: anche tu curi l’impacchettamento dei regali con attenzione maniacale, vero?
Pier(ef)fect says
L’idea è carina, credo di aver fatto cose simili a scuola, ma non sono certo. Comunque io mi sono votato all’utilizzo delle scatole e della carta velina. Facile e veloce. Le scatole di Tiger sono un’ottima soluzione, specie quelle glitterate che fanno effetto e non perdono glitter manco a raschiarle. Oppure sempre in tema spending review, da LIDL ho trovato questa carta regali molto semplice, grigio tortora con disegnini bianchi. Promossa.
Alice says
Grazie! I consigli per l’impacchettamento non sono mai troppi (e comunque sì, non è improbabile che questi stampini li facciano a scuola)