Quando viaggio c’è una cosa che cerco sempre.
L’insolito.
La curiosità che non tutti conoscono, quel particolare che molti vedono ma non osservano.
Torino è sì Museo Egizio, Mole Antonelliana e Gianduiotto, ma anche qualcosa di meno famoso.
Magari saprai già. Magari no.
Vediamo?…
Torino
Ciao Torino: Flor
Probabilmente non l’avrai mai sentito; e se scrivessi che si tratta di una mostra di giardinaggio (e magari non hai neppure il pollice verde), chiuderesti immediatamente questa pagina.
Le ultime edizioni hanno riempito Via Carlo Alberto, sfociando nell’omonima piazza; una location perfetta che unisce le bellezze barocche del centro e la tranquillità dell’area completamente pedonale (non solo per la fiera).
Gli amanti del giardinaggio si possono perdere tra varietà introvabili e banchi straripanti di bulbi; gli accessori da giardino sono ovunque, un canto di sirena per gli appassionati che faticano a non riempirsi buste e mani di insegne in legno e decorazioni in ferro battuto.
Cena in bianco Torino 2014 – la mia esperienza.
Non sono Miss Mondanità. Diciamo che io e Kate Moss avremmo ben poco da spartire, ecco.
Però alcuni eventi mi spingono a riporre il mio animo da anziana precoce e partecipare; come è successo con la cena in bianco Torino 2014, un concentrato di stimoli che mi ha incuriosita dal primo post su Facebook: la location segreta, la cura dei dettagli, l’unione di migliaia di persone.
Mi sono documentata. Preparata. E’ arrivata la pioggia. Cena rimandata.
Nuova data: 29 giugno.
Una domenica presagita dal cielo livido e dall’asfalto lucido.
Ma l’organizzatrice, sempre aggiornata sul meteo, rassicurava tutti via etere.
E all’orario d’incontro il soffitto torinese non faceva più paura.
Il salotto, come viene definita piazza San Carlo, abbracciava più di 11.000 persone pronte a condividere una serata con la modalità del pic-nic ma l’eleganza del ristorante.
Le tovaglie bianche regalavano il buon gusto ad assi di legno e tavolini da campeggio, e su questi la fantasia della gente diventava buon gusto: centrotavola fatti a mano, porcellane ben disposte, tovaglioli di stoffa piegati come si sa fare solo dopo aver cercato un tutorial (o si ha un ristorante cinese!)
Noi abbiamo apparecchiato secondo un gusto non del tutto definibile, con due palloncini indomati dal vento e dei piatti recuperati all’ultimo minuto; ma ha fatto colpo sulle nostre vicine di tavolo, ed è stata una soddisfazione.
Dopo aver abituato gli occhi al candore della piazza, potevi guardarti attorno e scoprire le scelte degli altri; cappelli a cilindro, velette, cerchietti, ghirlande di fiori. Anche sulle persone più improbabili.
Gli ospiti della cena ricoprivano il range completo, e a pensarci è stato strano partecipare ad un evento dove sono presenti il bambino in carrozzina, i trentenni andanti come noi e gli ultrasessantenni.
Dal mio profilo Instagram. |
La cena veniva animata da brindisi frizzanti e brilli, dallo sventolamento dei tovaglioli e da applausi a persone che festeggiavano chissà cosa.
Bellissima l’idea di far passare un quadernetto della Cena in bianco, su cui scrivere un pensiero o una cavolata.
Cibo e vino, parole e sorrisi e battute hanno inondato piazza San Carlo; in un attimo il cielo si è incupito della notte che arrivava, e i lampioni si sono accessi, e così le candeline, le candele, le lanterne, che con difficoltà bruciavano inibite dal vento fresco.
E con loro l’intimità, la serenità della stanchezza; chi parlava, chi si rilassava. E chi disegnava (se potessi mi scuserei con questo ragazzo che ho fissato e fotografato di nascosto).
A mezzanotte ogni partecipante doveva aver sgomberato tutto, e viste le foto di chi c’era ancora, la piazza è stata lasciata immacolata.
Come in ogni cosa, le polemiche non sono mancate: “nulla di culturale”, “occupa il suolo pubblico”, “un evento niente di che”, e altri blablabla sulla scia del senontrovodaridirenonsonocontento.
Dietro però, c’è l’organizzazione di Antonella Bentivoglio d’Afflitto, l’aiuto dei White Angels (volontari presenti alla cena e pronti a darti indicazioni sullo svolgimento), fino alle aziende che con un contributo libero hanno premiato alcuni partecipanti.
Dal mio profilo Instagram. |
L’organizzatrice è quella al centro 🙂 |
Fatto sta che più di undicimila persone si sono incontrate in una delle più belle piazze italiane, solo in base a direttive lette su internet.
E se ad unire le persone basta un po’ di cibo, un vestito bianco e qualche risata, perchè no?
Per foto più belle delle mie, visita le gallerie sul blog unconvenionaldinner.blogspot.it
Cena in bianco Torino 2014.
Parola d’ordine: bianco.
Abiti, accessori, piatti, tavoli, sedie, tovaglioli, candele e, perchè no, anche il cibo.
Questo è il codice della Cena in bianco (ma no?) di Torino, programmata per il 15 giugno qui all’ombra della Mole, in una location che verrà svelata unicamente il giorno prima.
Si tratta di un flashmob organizzato da Antonella Bentivoglio d’Afflitto, da tre anni in grado di riunire centinaia di persone accomunate dal pilastro dell’evento, le cinque “E”: Etica, Estetica, Eleganza, Educazione, Ecologia.
Ogni partecipante è tenuto a rispettare questi principi: abbigliamento scelto con buon gusto e raffinatezza; aspetti da mantenere anche per imbandire il proprio tavolino, portato da casa insieme a sedie, piatti e bicchieri, evitando così rifiuti di plastica; opzionali ma ben accetti sono cappelli e fiori, candelieri e candele, centrotavola e decorazioni: siamo noi gli scenografi dell’evento.
Non ho mai partecipato, ma dai video credo che il bello arrivi quando il sole lascia il posto alle ombre indefinite delle candele, e l’atmosfera si rischiara con la purezza degli abiti.
Io ho cominciato la mia preparazione da una settimana, e i giorni d’anticipo sono assolutamente giustificati: scegliere solo oggetti bianchi sembra facile, ma è un po’ come elencare tutti e sette i Nani di Biancaneve – chè alla fine manca sempre qualcuno.
E se non sei di Torino sappi non saresti il solo: su quasi 7900 (!) persone partecipanti, ne troverai tantissime che arrivano da altre regioni (addirittura stati); una cena come scusa per una breve vacanza!
Per partecipare è necessario iscriversi tramite il form che troverai (a destra) sul blog Unconventional dinner.
Qui tutte le istruzioni (dettagliatissime), e qui la pagina Facebook per rimanere aggiornato.
E tu? Hai mai partecipato?
Ciao Torino.
Torino, città grigia.
Certo, non è Honolulu.
E sicuramente non ha il mare.
E d’inverno fa freddo.
Ed è troppo industriale perchè c’è la FIAT. (pardon, c’era)
Ed è vicino alla Francia e, si sa, i francesi non piacciono a molti italiani.
Ma chissà come mai, è diventata la città più “attrattiva” d’Italia.
Quanti lo sanno?
Pochi. Perchè tendiamo a fossilizzarci.
La stessa cosa puoi dirla tu, se non abiti nella tre o quattro località che rappresentano l’Italia per antonomasia.
Sì, l’Italia è bella da nord a sud, da est ad ovest; ma quando se ne parla si banalizza esaltando la bellezza dei soliti posti.
Perchè non essere noi, promotori della nostra città, della nostra regione?
Ci lamentiamo di quanto poco si conoscano alcune (troppe) zone, ma non facciamo molto perchè queste vengano messe in risalto.
Uno.
Tre.
Dieci.
Se hai un blog perchè non sfruttare qualche post per far conoscere le bellezze su cui posi gli occhi ogni giorno?
Voglio dire, quanto conosciamo l’Italia? Parlo di quella meno nota o poco considerata.
Andiamo all’estero, ma non abbiamo visto la metà della metà della metà della metà della metà della metà di ciò che di favoloso abbiamo nel nostro Paese.
Io per prima.
Quindi a breve nasceranno una serie di post chiamati “Ciao Torino”, in cui ti mostrerò la mia Torino, quella che i telegiornali mostrano raramente; quella che non sai finchè non guardi negli occhi.
Se ti va di presentare dove vivi, puoi sostituire il “Torino” con il tuo luogo del cuore.
D’altronde nessun turismo è più economico di quello fatto nella propria città.
The secret of happiness #17
Vie di mezzo? No, grazie.
Mi piacerebbe, intendiamoci, ma non sono in grado. Tu sì?
Dopo il post dell’altra settimana, mi sono data anima e corpo alla lettura.
In una settimana ho mangiato quattro libri, di cui uno indigesto che mi è proprio rimasto sullo stomaco (ah, le false aspettative).
Libri sul comodino di un’ordinata |
Da che non usavo più la reflex, a che ho finalmente messo un rullino nella Pentax Me Super, di mio padre.
Un reperto storico; perlomeno veniva da pensarlo, pochi mesi fa quando l’ho ritrovata, una volta osservate le condizioni: niente copriobiettivo (del 50mm), polvere tra questo e la lente (polarizzatrice, credo), sabbia in ogni rotellina.
E’ stata rimessa in sesto da chi si sentiva dire “prova tu, che sei bravo in ‘ste cose”; ora la osservo, e la studio su un pdf scovato miracolosamente su internet.
Pensare che fino ad una ventina di anni fa avrei dato qualsiasi cosa per poterla utilizzare con consapevolezza.
Ai piedi della Mole non abbiamo fontanelle: abbiamo i torèt. |
La Mole vista dal Monte dei Cappuccini |
Mi sono accorta che senza aspettative rendo di più. Senza obblighi sono più volenterosa.
Per la prossima settimana, nessun programma.
The secret of happiness #15
L’autunno ai piedi della Mole mi piace perchè non è mai uguale.
Ci sono giornate dipinte del colore di quella pioggerellina quasi invisibile; quando i capelli si gonfiano e gli abiti sembrano un ricettacolo di umidità.
La cosa migliore è uscire, magari con l’amica infermiera; e camminare. E chiacchierare. E camminare ancora, aprendo e richiudendo gli ombrelli sotto il flusso incostante dell’acqua.
Quando i portici smettono di proteggerti con il loro abbraccio, lo sguardo si libera sulla pre-collina offuscata dalla nebbia; gli alberi del lungopò cominciano ad arrossire come una ragazzina timida, ma non ancora abbastanza per colorarsi con tonalità calde e brillanti.
Ci si rifugia mangiando nella focacceria ligure di Via San’Agostino (in assoluto la mia preferita in tutta Torino), aspettando che la deliziosa e particolarissima Melissa erboristeria (“a 65 passi dalla Mole”) apra per comprarci, io e l’infermiera, un sacchettino di tè da assaporarci un pomeriggio di chissà quando.
Poi ci sono quelle giornate d’autunno che sembrano quasi un inizio di primavera.
Un sole un po’ stanco riesce ad oltrepassare il maglioncino e a scaldare la pelle, e ti accorgi che non è aprile solo quando l’aria fresca entra nelle narici; lo senti perchè è quella che scivola giù dalla montagna. Chè è diversa, pungente; con qualcosa di elettrizzante.
Questo è il periodo degli arrivi.
Una nuova tessera che mi fa sentire fiera, i primi regali di Natale a cui pensare (prima o poi posterò i bastoncini di zucchero per il tè, della foto qui sopra), una festa di compleanno da organizzare, nuovi post per la nuova identità del blog.
Per ora l’autunno sta portando tante cose belle.
E a te? 🙂
Buon fine settimana…
Alice
The secret of happiness #10
Settimana bella carica di cose.
E di foto.
C’è stata la festa della musica, qui all’ombra della Mole.
Le vie del quadrilatero romano sono diventate la sede di un concerto gratuito. In ogni angolo c’era qualcuno appartenente a quella categoria che invidio tanto: i musicisti.
Persone in grado di cantare o suonare uno strumento; “Fra Martino“, l’inizio di “Per Elisa” e di “You can leave your hat on” suonati alla pianola non mi rendono, ahimè, una musicista.
Al tramonto le vie più piccole del centro diventano magiche. La luce si infiltra tra i vecchi palazzi, sfiorando i muri e le vetrine di negozi abitati da oggetti che mi affascinano sempre.
E la solita piazza non penso sarà mai in grado di non farmi amare le sue solite cose.
Palazzo |
Il 23, alla vigilia di San Giovanni -patrono di Torino- c’è stato come ogni anno il farò: viene dato fuoco ad un trespolo in Piazza Castello; se la caduta è verso la stazione di Porta Nuova sarà un anno fortunato per la città.
Diciamo che qui non staremo nè troppo male, nè troppo bene, visto che invece di puntare a nord ha puntato ad ovest.
Ma va be’.
Il giorno dopo, come da programma, i fuochi d’artificio sul Po.
Non ero dell’umore per fare un bagno di folla, quindi all’ultimo sono partita e li ho (semi)visti nella zona precollinare.
Se invece vuoi vedere delle foto dei fuochi fatte davvero bene (o semplicemente ti andasse di guardare qualche bella foto in generale), c’è questo ragazzo torinese che trovo abbia un grande talento (e non è mio amico, giuro)!
Buon weekend!