Nel bordo di una cornice in camera sua, mia madre ha incastrato un vecchio ritaglio di giornale con una delle frasi più famose di John Lennon.
“La vita è ciò che ti accade mentre stai facendo altri progetti.”
Mi è sempre piaciuta ma non sono mai stata in grado di fare mio l’insegnamento più intrinseco.
Perchè imparare ad apprezzare la vita senza pianificarla è difficile. E’ un viaggio dal quale pretendiamo bei ricordi e attimi perfetti: elucubriamo per non sbagliare, evitiamo per non ferirci. Intanto il cammino prosegue e i programmi aumentano e la concentrazione si focalizza sulla riuscita dei piani a lungo termine.
Esistono anche esseri al limite della mitologia, umani capaci di lasciarsi cullare dal fato, disposti ad accettare l’incertezza del futuro e a godere del piacere nel presente. Ma non è il mio caso.
A lungo ho pianificato la vita ammirando chi viveva la propria.
Poi due anni fa ho iniziato a star male, e fino a gennaio di quest’anno ho trascorso la maggior parte del tempo sul mio letto, con dolori cronici e occhi che hanno consumato il soffitto. In quel periodo uno dei sentimenti più forti con cui imbottivo il vuoto delle giornate è stato il rimpianto per il tempo perso: a titubare, a programmare, a prevenire.
A causa di circostante indipendenti da me, ho dovuto far saltare un viaggio in Namibia, un concerto nelle Langhe, innumerevoli uscite, incalcolabili passeggiate, infiniti momenti di leggerezza.
Gli inconvenienti esistono e i piani saltano.
Perchè contribuire all’autodistruzione?
Così ho scelto di riprogrammare la mia concezione di vita. Non è stato facile, anzi, non lo è per nulla. E’ un work in progress per combattere un’indole distruttiva che relega la felicità al futuro. E nelle ultime settimane, le più crude e sintomatiche, ho compreso che non esiste cautela che prevenga dolore, perchè gli errori non sono altro che scelte trasformate in sbagli dal tempo e dalle circostanze.
Ho deciso di cambiare nonostante le abitudini, di ragionare senza farmi investire dai timori, di ponderare evitando di mettere in secondo piano il qui e adesso.
Perchè gli imprevisti ci saranno sempre.
Perchè gli eventi sconvolgeranno ancora.
Perchè la vita rimarrà ciò che ti accade mentre stai facendo altri progetti.
Dopo aver sfornato una quantità imbarazzante di aforismi (che mi aspetto facciano il giro dei social network al pari dei post-it di Francesco Sole), ho sfornato qualcosa di più leggero. Leggero in senso lato, perchè sono muffin al cappuccino presi da “Delizie divine” di Nigella Lawson, e si sa, Nigella non lascia burro al caso.
Questa ricetta è in assoluto la mia preferita: sono veloci, sono facili e provocano orgasmi multipli alle papille.
La ricetta originale include la glassa al cioccolato bianco e panna acida, ma già è una sofferenza non poterli mangiare sotto forma di muffin, la doppia tentazione me la evito…
Ingredienti per 12 muffin
- 125 g di farina 00
- 125 g di burro morbido
- 125 g di zucchero bruno
- 2 uova
- 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
- mezza bustina di lievito per dolci
- 1 cucchiaio colmo di caffè istantaneo
- 2-3 cucchiai di latte
Accendi il forno a 200°C e metti i pirottini nella teglia dia muffin.
In un robot da cucina/planetaria unisci tutti gli ingredienti tranne il latte.
Sbatti finchè non saranno amalgamati.
Aggiungi il latte.
Frulla ancora.
Con un cucchiaio dividi il composto nei dodici pirottini.
Inforna per una ventina di minuti (ma fai la prova dello stecchino).
Una volta cotti falli intiepidire, poi sformali e lasciali raffreddare su una gratella.
Conservali in un contenitore di latta.
Alcune note
Se non hai a disposizione il robot da cucina vengono benissimo anche a mano con una frusta.
Se non hai lo zucchero bruno usa quello di canna, se non hai quello di canna utilizza quello semolato (risulterà solo meno caramellato).
gynepraio says
Ehi, stai su
Alice says
Raccolgo i cocci e mi tiri su. Grazie!
Gem says
Ti sei lasciata con il tuo ragazzo??
Alice says
Grazie, sono molto felice ti sia piaciuta la ricetta………