“Secondo me, con la persona giusta accanto, riusciresti a fare le cose che ti spaventano” mi hanno detto qualche tempo fa.
Ho pensato a quella frase così tante volte che ad un certo punto mi sembrava non avesse neanche più senso. Hai presente quando ripeti una parola all’infinito e capita che per un attimo non ti sia più chiaro il significato? Ecco, succede anche con le frasi, soprattutto di notte, soprattutto durante un cambiamento.
In quelle settimane cercavo di dare un senso a qualcosa che non aveva bisogno di tanti ragionamenti – non tutto è razionale, Alice (o forse sì, ma solo dopo la tempesta, quando il cielo è limpido e l’orizzonte visibile).
In quelle settimane custodivo ogni frase nel mio archivio sotto la C di “Cosa cazzo mi sta succedendo?”, e le tiravo fuori al bisogno, come fossero gocce di Bach da assumere per placare il vortice di paure.
Ne ho ricevute molte, di frasi con cui perdere il sonno, ma quella è stata la prima e forse la più complessa.
Dicotomica, più che altro: da una parte il dato di fatto (esistono persone in grado di migliorarci), dall’altra l’ignara provocazione al mio credo nell’indipendenza (i propri limiti si battono anche in solitudine).
“Mi illudo credendo di farcela da sola?”, ho pensato, “O forse sono i deboli a vederla così?”
Ed eccolo lì il problema: pensare troppo.
Ho sempre pensato (nonostante le apparenze…)
“Pensi troppo“, mi dicevano.
“Smettila di pensare“, mi ripetevano.
Ché poi il pensiero è una facoltà indispensabile, ma alla nascita andrebbe fornito di bugiardino.
Perchè tra il pensare e il rimuginare c’è di mezzo la sega mentale.
Ho pensato e rimuginato così tanto da non capire l’esistenza di quella cosa chiamata via di mezzo. Molte risposte le trovi in quel territorio noto a chi sa bilanciarsi tra gli estremi, e io, che di equilibrato ho solo il segno zodiacale, oscillavo tra un “presto, dov’è il qualcuno che mi arricchisca?” e un “piuttosto che affidare i miei difetti mi raso a zero“.
Poi, forse grazie alla solita terapia psicologica, forse terrorizzata dalla rasatura, sono entrata in quella Terra là e ho iniziato a rivalutare le mie convinzioni. Tonnellate di convinzioni bianche e nere hanno iniziato ad assumere sfumature che prima ignoravo.
“E’ così, la vita“, mi hanno detto, “tu un po’ un pezzo di iceberg lo sei, ma un po’ lo fai. E che ti piaccia o no un giorno arriverà qualcuno, e insieme farete sciogliere quelle cose che ti fanno così paura. E lo farai per te, e lo farai per lui.”
Ho riso, grata che mi abbiano dato solo del pezzo di iceberg.
Ma sfoderando tutta la mia ponderazione sono giunta alla conclusione che, a quanto pare, sia possibile: che le difese si abbassino, i limiti si oltrepassino insieme e che l’indipendenza non ne risenta.
Scoprirò l’arte della via di mezzo, tra io e tu, tra dare e ricevere.
Perchè a quanto pare, che ci piaccia o no, la vita è così: una lunga, tortuosa, appagante via di mezzo.
Pier(ef)fect says
Apprezzo sempre chi riesce a trovare l’equilibro della via i mezzo, anche se immagino è più un percorso verso questa via di mezzo. Però la mia parte individualista non mi fa seguire questa strada in questo senso.
Pier(ef)fect says
Ho lasciato un commento con una forma grammaticale tutta da interpretare. Ma hai capito immagino.
Alice says
Da individualista capisco benissimo quel che dici ma ho imparato che, ogni tanto, un braccio a cui appoggiarsi fa bene.
(La forma grammaticale è comunque comprensibile :D)
Simona says
“Secondo me, con la persona giusta accanto, riusciresti a fare le cose che ti spaventano”.
Io vorrei riuscire da sola a fare le cose che mi spaventano, che sia single o che abbia qualcuno vicino. Credo che se ci riuscissimo da sole riusciremmo ad essere più sicure in coppia, perché è la dipendenza (il riuscire a fare qualcosa GRAZIE alla persona giusta) che ci rende vulnerabili.
Alice says
Credo che l’importante sia riuscirci, a prescindere dal proprio stato sentimentale. Se poi si ha un sostegno che renda questa battaglia contro i propri limiti un po’ più leggera, tanto meglio. Ma aspettare qualcuno che ci salvi da loro no, mai.
Egea says
Le cose più belle che ho avuto la fortuna di vivere, ricordo di doverle all’amore provato per qualcuno. Questa non è dipendenza nei confronti di quel qualcuno, bensì arricchimento grazie a quella persona. Non siamo fatti per bastare a noi stessi…. la vera gioia e’ crescere assieme ad altri. Un detto africano recita così: da soli si va’ più veloci, ma è in due che si arriva più lontano.
Alice says
Più che altro ci si deve bastare nel modo giusto. Il detto è molto bello.