Dopo una serie di sfortunati eventi, comincio a domandarmi se non abbia fatto qualcosa di tremendamente brutto per meritarmi anche questa.
Ho letto un libro qualche anno fa. L’orribile Karma della formica.
In poche parole con le nostre azioni produciamo karma positivo o negativo che, alla fine della nostra vita, ci farà reincarnare in un essere equivalente
Sei stato buono? Sarai un alano.
Sei stato un merda? Allora lavorerai giorno e notte come una formica.
Quindi mi chiedo: ho fatto qualcosa di così tremendo da meritarmi tutto ciò ancor prima di passare a miglior vita, o in quella precedente -se ne ho avuta una- ero Hitler e, giustamente, la devo pagare anche in questa e nelle prossime mille?
Effettivamente, per la festa di carnevale alla materna non ho voluto ballare con mio cugino perchè il suo costume da maialino non era all’altezza del mio da farfalla; ed ero famosa tra le formiche del mio giardino per gli inondamenti che provocavo per ucciderle.
Ma ero piccola (e anche odiosa) e con gli anni sono cambiata moltissimo.
Quindi?
Come direbbe Tiziano Ferro, non me lo so spiegare; potrei anche ipotizzare che come in Piazza Castello, qui ai piedi della Mole, ci sia il fulcro della magia bianca, ed in piazza Statuto quello della magia nera, a casa mia ci sia quello della sfiga.
Rido perchè altrimenti piangerei. Ma almeno in queste situazioni riesco a non farlo.
Se mi fanno i colpi di sole troppo rossicci. piango.
Se non piaccio alla gente con cui lavoro, piango.
Piango se sono agitata e piango quando non riesco a farmi capire in una discussione.
Ma se c’è qualcosa di serio mi tiro su le maniche e vado avanti.
Ed è stato così anche questa volta.
Usando un paragone, immagina di portare l’auto per un indicatore di direzione mal funzionante e, una volta tornato a ritirarla, scoprire che in realtà era un problema al motore, ora risolto, ma che potrebbe ripresentarsi e lasciarti a piedi, di notte, in mezzo ad una strada deserta.
Ora, non so se sia un confronto fattibile: se nella macchina non va qualcosa, mal che vada si cambia, o ci si arrangia senza.
Ma in fondo noi siamo come un’auto, composta da tanti piccoli organi che permettono di andare avanti veloce, ma sempre con la frenata pronta.
Solo che per il corpo c’è da preoccuparsi un po’ di più, soprattutto quando si tratta di una persona a cui si vuole un bene immenso.
Ma la vita va avanti come una metropolitana, e non aspetta alla fermata che tu sia pronto a proseguire.
Ho continuato ad andare allo stadio anche se preferivo rendermi utile altrove, sto sperando che l’estate ragazzi di quest’anno vada in porto, e ora sono qui a ridere anche quando magari non ne ho tanta voglia, a far battute quando vorrei assecondare la mia indole al silenzio, lottando per apparire più solare di quanto non sia nemmeno quando sono realmente felice.
Ed è meglio così, per me, per noi, e per quell’auto che aspetta il suo tagliando.
Oggi devo fare gli auguri a questo blog per il suo primo anno.
Non l’ho seguito quanto vorrei e non l’ho curato come potrei, ma la precedenza va data a ciò che di lavorativo e familiare c’è, ora come ora, nella mia vita.
Avevo alcune idee per questo anno, ma non ho potuto metterle in pratica: ma giuro che a breve lo farò.
Quindi per ora c’è solo una ricetta semplice: plumcakes a muffin.
La ricetta è stata presa qui, e volevo modificare alcuni ingredienti: alla fine, avendo la testa tra le nuvole, mi sono resa conto di aver stravolto la ricetta.
Ma non sono per nulla da buttare!
Ingredienti per 12 plumcakes
– 10 cucchiai colmi di farina 00
– 7 cucchiai colmi di zucchero
– 2 uova
– 2 vasetti (da 125ml) di yogurt intero alla pesca
– 40g di olio di arachidi
– 1 pizzico di sale
– 1/3 di cucchiaino di bicarbonato
Per la glassa all’acqua
– 3 cucchiai di zucchero a velo
– 1,5 cucchiai di acqua
– 1 grattuggiata (di numero) di limone
Preriscalda il forno a 160°C.
Comincia battendo con un frullino, le uova e lo zucchero – giusto qualche secondo.
Puoi anche mettere tutto in un robot da cucina.
Aggiungi poi l’olio e continua a battere.
Infine unisci tutti gli altri ingredienti.
A questo punto inserisci nella teglia per muffins i pirottini, o taglia dei quadrati di carta da forno di qualche centimetro più grande rispetto al foro.
In quest’ultimo caso bagnali, asciugali un po’ e fodera la teglia con questi, aiutandoti con un bicchiere per far aderire bene la carta alle pareti.
Inserisci in ogni incavo circa 3 cucchiai di impasto.
Inforna per circa 25 minuti o fino a quando saranno pronti con la prova dello stecchino.
Per la glassa, semplicemente setaccia lo zucchero a velo in un bicchiere, aggiungi al centro l’acqua e lo zest di limone, e mescola fino ad ottenere un crema della giusta consistenza: che scivoli abbastanza facilmente, senza però essere troppo liquida.
Fai cadere sopra ogni plumcake un cucchiaino di glassa in modo che ricopra la superficie (non per forza in modo omogeneo).
Alcune note
Essendo molto spugnosi, sono perfetti per la colazione o la merenda con del latte o del tè.
Puoi usare lo yogurt che preferisci, ma quello alla pesca, con la glassa aromatizzata al limone, si sposano alla perfezione.
Non c’è alcun bisogno di usare il lievito per dolci: con il solo bicarbonato si gonfiano tantissimo.