Se l’etichetta del vino, le istruzioni di uno spray per capelli e qualche post su Facebook non rientrano in quelle che possono definirsi letture, allora no, a settembre non ho letto. Ho iniziato un manuale di psicologia ma sono a pagina 40 e visto il mio livello d’attenzione del periodo ci vorrà un po’ per terminarlo.
Una settimana fa ho compiuto 29 anni. Sto provando a digerire questa smania che ha la vita nei confronti della crescita. Vorrei fermarla come si fa con gli addetti ai call center: “No, guardi, non le voglio far perdere tempo; ho ancora difficoltà a non ridere con i doppi sensi, figuriamoci se sono interessata alla maturità e alle responsabilità e alle cose serie”, ma a quanto pare non mi sta a sentire. Come i call center.
A rincarare la dose ci si sono messi i miei regalandomi un ferro da stiro. Un. Ferro. Da. Stiro. Fino a ieri mi regalavano le Ballerine Volanti e ora il ferro da stiro. Quando da piccola mi hanno insegnato a stirare la divisa di mio padre pensavo fosse per divertimento, mica per effettiva utilità.
Fortuna che è arrivato l’autunno, stagione che mi legittima ad ascoltare canzoni natalizie.
MUSICA
La musica di settembre è varia (tranquillo, eviterò quella natalizia che ad inizio ottobre siamo in due ad accettare).
“You’re the best thing about me” degli U2 è meravigliosa, con un testo sdolcinato al punto giusto; peccato mi ricordi il concerto del 2001 al fu stadio delle Alpi, i cui biglietti gratis furono inutili a causa della mia migliore amica dell’epoca che mi diede buca. Avrei dovuto capire non sarebbe stato un per sempre
Ma il jazz ha la sua importanza. Il jazz per me è LA musica, la colonna sonora dell’amore e dell’autunno. Cosa sono una vellutata di zucca sul fuoco, una coperta sul divano, il buio fuori dalla finestra, senza il jazz?
Peccato che nelle playlist di Spotify di solito ci sia troppo Michael Bublè (bravo ma ha stufato), troppe poche rappresentati femminili (nessuno può mettere Ella in un angolo) o solo Frank Sinatra (#teamDeanMartin).
In “My classical jazz songs” trovi i classici dei classici come Fitzgerald, Martin, Sinatra, Nat King Cole, Billie Holiday, Tony Bennet, Peggy Lee, e qualche roba più recente, come “Beyond the sea” cantata da Frank Underwood.
SERIE TV
Sono una contestatrice innata, non mi va mai bene niente, polemizzo anche per il mio essere polemica. Però voglio esporre una piccola riflessione nata dalla visione di “Atypical” e “The good doctor“, due nuovi telefilm con protagonisti due giovani ragazzi con l’autismo, un argomento a cui si sta dando sempre più importanza.
La maggior parte delle persone non colpita e quindi in linea di massima non particolarmente interessata al tema, raccoglie inconsapevolmente informazioni da ciò che vede nelle produzioni televisive, che negli ultimi anni hanno sfornato una serie di personaggi con buone probabilità autistici (vedi Sheldon Cooper in “Big bang Theory”, Max di “Parenthood” – di cui è stata fatta anche la versione italiana “Tutto può succedere”- e “Sherlock”).
E qui arriva l’obiezione: in tutti i film o telefilm il disturbo viene troppo spesso rappresentato in chiave comica, buffa, quasi intrigante; trovo non sia un caso se i gruppi Facebook sulla sindrome di Asperger pullulino di gente con autodiagnosi che ama gareggiare a chi possieda più tratti autistici (purtroppo per loro quello non è autismo, solo coglionaggine).
Altri due dettagli non di poco conto è che quasi tutti i personaggi di queste serie sono uomini autistici ad alto funzionamento (con molte probabilità Asperger): in questo modo viene esclusa dalla tematica una grossa fetta di popolazione autistica, ovvero le donne (abbiamo maggiori capacità nell’occultare i nostri tratti) e coloro con un autismo senza alto quoziente intellettivo e problemi di apprendimento.
Sono molto felice che venga data un po’ di visibilità a quelle che, in linea di massima, sono le difficoltà, ma non prendiamo per verità assolute le caratteristiche di personaggi inventati.
Fine della polemica.
Andate in pace.
CIBO
Una sola ricetta ma di quelle degne di essere provate: la pasta frolla perfetta per crostate, burrosa, profumata, che non si crepa.
FRIVOLEZZE
Lo scorso mese ho scritto di aver fatto un ordine dei prodotti The ordinary ma di averli testati troppo poco per dare un’opinione. Ora posso dire di aver fatto un ordine troppo scriteriato per dare un’opinione coerente. E’ che ho acquistato senza logica: ho da sempre la pelle mista, qualche rughetta nel contorno occhi molto secco, e salvo le due volte l’anno quando lascio le mie vesti di nonna inside e faccio i bagordi, io e Carolina Crescentini non siamo sorelle d’occhiaia; invece di tarare la spesa su queste necessità (davvero sto parlando di creme per il viso come di esigenze?) mi sono fatta prendere la carta di credito dalle promesse e ho acquistato sotto l’effetto di uno sfogo passeggero d’acne causato dalla pillola.
Si tratta comunque di prodotti economici, con basse spese di spedizione, e un packaging da laboratorio che starà benissimo nel mio asettico bagno industriale.
Ma veniamo alle formulazioni, elencate in ordine di utilizzo (sì, i prodotti The ordinary hanno un ordine).
Caffeine solution 5% EGCG: è un siero denso per convertire le occhiaie di Scamarcio nello sguardo riposato di Bar Refaeli appena sveglia.
L’ho preso perché arrivavo da un periodo di massimo cinque ore di sonno per notte e speravo nel miracolo, però l’ordine fatto nel periodo delle vacanze ha impiegato tre settimane ad arrivare, nel frattempo ho iniziato a dormire meglio e mi sono abbronzata, il che ha reso le occhiaie meno visibili.
Ho tutt’ora un colorito estivo ma l’area del contorno occhi un po’ più scura è sempre lì a darmi il buongiorno.
Argireline solution 10%: è un siero troppo liquido che dovrebbe appianare le zone con tendenza a rughe d’espressione come la fronte e il contorno occhi con un effetto simile al botulino.
Avendo passato tutta la vita sentendomi dire: “Sembri molto più piccola”, ora che vado per i trenta voglio godermi il nuovo: “Sembri molto più giovane”. Così ho provato la combo faccia da ragazzina+argirelina con la quale ho notato un miglioramento delle rughette del contorno occhi, e una distensione di quelle sulla fronte.
L’effetto non è chiaramente quello del botulino su Claudio Baglioni, ma qualche differenza si nota (Pier ha spiegato e documentato con foto meglio di me).
Niacimide 10%+Zinc 1%: si tratta di una formula per ridurre le imperfezioni e gli arrossamenti della pelle.
Da ex adolescente disperata per il brufoletto che le usciva una volta ad anno scolastico, quando ho capito di essere di fronte all’acne ho deciso di intervenire immantinentemente. A parte che sul sito di The ordinary è specificato chiaramente che il Niacimide NON è un prodotto per l’acne (dovevo essere distratta dalla ricerca in contemporanea di un eremo in cui rifugiarmi se non fosse passato), ma a parte la svista, quando ho ricevuto il pacco l’acne se n’era già andata.
Lo sto utilizzando, ma per diletto.
100% plant-derivede Squalene: per completare la mia routine ho scelto come idratante lo squalene, in teoria adatto a tutti i tipi di pelle.
Ora, in quanto detentrice di pelle mista non conosco la sensazione di totale secchezza sul viso, ma non mi capacito di come questa soluzione possa non ungere addirittura il deserto di Atacama con una sola goccia.
Ma dopo non aver riconosciuto la formula bruta e di struttura dello squalene all’orale della maturità, avrei dovuto immagine non saremmo andati d’accordo. Lo riproverò tra poco tempo visto che winter is coming.
Mi piacciono i pezzi che hai scelto. Uno non lo conoscevo, l’altro Doo wop a doo wop, shoopi doobi doo wop l’avevo sentito in radio un paio di volte! Non conoscevo l’esistenza di persone che i confronta su chi è più autistico… (!??!?!??!?!?=!£?+er8930)
Mi spiace che anche tu non ti stia trovando granché bene con la caffeina, secondo me la presentano manco fosse un miracolo, e invece….
Comunque grazie per la citazione 🙂 Presto faccio un altro ordine!
Non ti so aiutare con i libri, sto leggendo Eccomi e sono pure un po’ lento.
Sono convinta che neanche la iniettassi nel contorno occhi, la caffeina, potrebbe fare effetto.
Oggi è stata una bella giornata finché alle 7:30 la mia moto ha deciso di non accendersi. Sono arrivata a lavoro dopo una camminata di 25 minuti al buio, con un umore decisamente alterato.
Quindi, grazie mille per avermi fatto scoprire “Katchi” , che finisce dritta nella playlist che ascolto per migliorarmi l’umore.
Mi piacciono molto i riassu-mese 🙂
Non ho bene idea di che tipo di letteratura ti possa piacere. In ogni caso, i libri più belli che ho letto quest’anno sono la combo “Nel paese dei briganti gentiluomini” e “Viaggio di una parigina a Lhasa”, racconto dei viaggi che Alexandra David-Néel ha intrapreso per arrivare alla capitale del Tibet negli anni ’20 dello scorso secolo. Se poco poco ti interessano i racconti di viaggio e le altre culture, è una lettura entusiasmante.
Altrimenti, una cosa qualsiasi di Vassalli, o ancora “Roderick Duddle” di Mari.
I racconti di viaggio mi interessano molto invece, grazie!
E sì, “Katchi” è in grado di sollevare l’umore (se mi dici che ci è riuscita anche dopo essere rimasta a piedi, vuol dire che fa miracoli).
Quando hai scritto in merito alla musica “eviterò quella natalizia che ad inizio ottobre siamo in due ad accettare” ti riferivi a te e VV, vero?
Come lettura ti consiglio Alice Basso “L’imprevrdibile piano della scrittrice senza nome”, lettura scorrevole per riprendersi dall’astinenza. Ci farò su un post, ma chissà quando…
Certo che mi riferivo a VV (sono certa che anche lei creda a Babbo Natale con il mio stesso fervore <3)
Grazie per il consiglio. Segno!