Correva l’anno 2004 quando in piena svogliatezza adolescenziale passai le vacanze di Pasqua in giro per l’Austria in camper con i miei.
All’epoca i passatempi della sottoscritta oscillavano tra l’autocommiserazione estetica (Dio perchè sono così brutta?) e letture realiste con eroine suicide (Dio perchè mi hai fatta così brutta precludendomi una vita passionale alla Karenina?)
Insomma amavo quel turismo gitano, ma avevo quindici anni e destinavo buona parte delle mie giornate alle crisi esistenziali e al contraccambio di squilli alle amiche (Dio, perchè non ho un ragazzo?)
Capirai anche tu che non potevo trovare il tempo per trovare la voglia di visitare, viaggiare, scoprire, il tutto a costo zero…
Così passai quella settimana trascinandomi dietro il peso dell’adolescenza nel museo Swarovski di Innsbruck, trainandolo su per la collina di Salisburgo, scarrozzandolo in giro sulle orme del commissario Rex.
Ma fu proprio a Vienna che trovai qualcosa più forte della malinconia ormonale: il cibo.
Nel periodo pasquale la capitale era assediata da venditori di pretzel. I camioncini circondati dal regale freddo austriaco esponevano con ordine nordico pretzel dorati, imbustati in grandi sacchetti di carta bianca o avana chiaro. Schieramenti di pasta annodata salata e dolce, con i semi di papavero e formaggio, alla cannella e al cioccolato e noci, venduti davanti a Scönbrunn e al Prater, in tutti i luoghi e in tutti i laghi – robe che allora te le sognavi in Italia, insieme ai negozi di bubble tea e ai selfie scattati senza vergogna in pieno centro.
Così la vita, non esageriamo, il viaggio, aveva assunto letteralmente un altro sapore e, soprattutto, un’altra verve.
(Tornai a diciott’anni con la scuola e non trovai mezzo venditore di pretzel. Credo sia un’esclusiva delle festività – fortuna che la crisi adolescenziale era passata).
La ricetta dei pretzel è facile, più di quanto si possa pensare nonostante l’insolito passaggio essenziale: una semi cottura in acqua bollente e bicarbonato che donerà la tipica superficie bruna.
Il risultato è un bellissimo impasto intrecciato (se non sai dargli la forma ti lascio un link utile), dalla consistenza soffice. La pasta è spettacolare: morbida e facilmente maneggevole.
Visto che sono buona, negli ingredienti ti ho segnato sia le dosi per la versione vegana che per quella più godereccia – poi non dire che vegani e vegetariani sono tutti estremisti.
Ingredienti
- 500 g di farina
- 300 ml d’acqua tiepida
- mezza bustina (5 g di lievito secco)
- 50 g di olio d’oliva, o 60 g di burro morbido
- mezzo cucchiaio di malto d’orzo, o di zucchero
- 3 cucchiaini di sale
Per bollirli
- 1,5 litri d’acqua
- 3 cucchiai di bicarbonato di sodio
Per insaporirli
- sale grosso
- semi di papavero
- formaggio grattuggiato
- cannella
- pezzetti di mela
- cioccolata
Sciogli nei 300 ml d’acqua tiepida il lievito con il malto/zucchero. Metti da parte.
Su un ripiano versa la farina e al centro l’olio/burro, lavorando appena.
Aggiungi l’acqua con il lievito e inizia ad impastare – se sei fortunato con l’impastatrice, se no a braccia (dài che ti fai i muscoli) per cinque minuti o finchè l’impasto non risulterà liscio; quando il liquido sarà stato completamente assorbito, aggiungi anche il sale.
Copri con la pellicola e un canovaccio, e fai riposare in un angolino non troppo freddo fin quando non raddoppierà di volume.
Una volta lievitato taglia cinque pezzi di carta da forno di circa 16 cm per lato, e fai scaldare l’acqua in cui avrai disciolto il bicarbonato.
Preriscalda il forno a 250°C.
Intanto dividi l’impasto in cinque parti e crea dei salamini lunghi e sottili, poi dai la forma del pretzel (ti vergogni ad ammettere che non sai come fare? Peter ti fa vedere come procedere) e adagia ognuno sul foglio di carta forno.
Quando l’acqua starà bollendo, immergi un pretzel alla volta e lascia bollire per 1 minuto (intanto togli la carta che si staccherà senza problemi). Recuperalo con una schiumarola, adagia su una teglia foderata con altra carta forno e ricopri con un po’ di sale grosso (o altri gusti a tuo piacere).
Inforna per circa 15 minuti o fin quando non saranno belli dorati.
Alcune note
Non saltare il passaggio dell’acqua e bicarbonato o non otterrai la superficie colorita tipica dei pretzel.
Va benissimo anche il lievito fresco. Le dosi possono cambiare in base ai tuoi tempi (diminuire se fatti in largo anticipo, aumentare se hai poche ore).
La base si presta benissimo sia per un pretzel dolce (la quantità di sale è minima) che salato. Ancora meglio se dolce e salato insieme.
La consistenza dell’impasto dovrà essere morbida e leggermente appiccicosa (quando dai la forma ai pretzel ungiti le mani).
ATTENZIONE: dopo un giorno perdono la loro consistenza soffice diventando gommosetti. Rimangono commestibili, ma perdono un po’ di brio. Meglio mangiarli subito (se ne avanzi, conservali in una busta del pane).
Pier(ef)fect says
Ma che meraviglia *-* Beh sì non sono difficili, anzi! Questa doppia cottura no è poi chissà che problema.
Gli unici pretzel che ho mangiato sono quelli infimi di Lidl, ma vorrei provare quelli originali *-*
Alice says
Vedrai che non sono difficili, e l’impasto non si rompe facilmente. Ma sai che non li ho mai provati quelli del Lidl?
Manuela says
Adoro i pretzel… li trovo così genuini, non chiedermi perché 😀
Sarà che sono sempre in bella mostra ai mercatini di Natale del nord Europa!
Comunque il tuo blog è sempre più bello e curato.. lo adoro!
Alice says
Anch’io! Chè di base non sono nulla di trascendentale, ma sarà chè come dici tu ricordano il Natale e le festività, sarà perchè insaporiti diventano celestiali, ma io ne vado pazza. Grazie Manu :*
Zuccaviolina says
Mi ritrovo così tanto nella descrizione della tua adolescenza! Ho riso sonoramente alla seconda frase! 😀 Ottima la ricetta, la proverò (ma tanto un giorno o l’altro ci vedremo e me li cucinerai di persona VERO?)! Un abbraccio!
Alice says
Vediamoci, cuciniamo pretzel e creiamo un comitato ex adolescenti demoralizzati!
Simo says
Li adoro! L’unica cosa che mi preoccupa è sapere quanto si tengono. Ne ho mangiati a pacchi a Berlino ma se provi a tenerli per il giorno dopo non sono più tanto buoni.
Comunque ci provo, braccia permettendo 🙂
Alice says
Brava Simo, devo aggiungerlo nel post: hai ragione, fino ad un giorno sono buonissimi, dopo perdono la consistenza soffice. Sono sempre commestibili ma senz’altro meno buoni.
Eleonora says
Dopo aver visto questa ricetta ho una voglia sconfinata di mangiarmi tantissimi bretzel…che peccato dovrò provare la tua ricetta!! 🙂
Alice says
Ciao Eleonora! Se li provi fammi sapere 🙂
Manuela says
Ciao Alice, vedo che abbiamo diverse cose in comune: i viaggi in camper coi genitori, le crisi esistenziali (sì, soprattutto estetiche) e l’amore per i bretzel (che io però ho scoperto in Germania) 🙂
Essendo vegana, non li mangio da molto e per questo ti ringrazio per aver messo le dosi per la versione senza burro <3
Li farò presto, spero entro la settimana!!! A presto 🙂
Alice says
Ciao compagna di crisi! Quelli che vedi in foto sono vegani, e anche senza burro sono il paradiso. Fammi sapere se li provi!
Federica Saggiomo says
li ho appena provati facendoli lievitare una notte intera e che dire…sono deliziosi e semplicissimi da preparare! grazie mille, diventerà il mio nuovo cavallo di battaglia