E’ bello ritornare qui ad un passo dall’autunno….
Sì viaggiare
Lione, 7 anni fa.
Sistemando le foto capita sempre di imbattersi in quelle dimenticate dal tempo; feste, ultimi giorni di scuola. Viaggi.
Ho ritrovato quelle di Lione: prima volta lontana da casa senza le supervisione di qualsivoglia forma di adulto.
Io, il Ragazzo Economista, l’Infermiera, l’Artista e l’amica Zia.
Non era la mia prima volta nella città francese, ma della gita delle medie ho solo il ricordo di bellissimi sprazzi di città intervallati da attacchi di vomito dovuti ad un'(involontaria) ubriacatura da cidro. Da dimenticare.
Dell’ultima volta invece sono rimaste foto sgranate, scatti diurni da 1600 ISO (capita quando il manuale ti è sconosciuto quanto l’arabo).
Passeggiare per la Vieux Lyon (il quartiere rinascimentale della città) ha occupato la maggior parte del nostro soggiorno: si tratta della zona centrale che si snoda tra la collina di Fourvière e La Saône (uno dei due fiumi della città), dalla chiesa di San Giorgio a quella di San Paolo.
Rendere l’idea è davvero difficile, perchè l’atmosfera che si respira non è semplice da spiegare senza l’aiuto di una foto decente; l’intero quartiere riporta in vita le vecchie città del periodo rinascimentale: le vie sono strette e si alzano nelle pareti ocra da cui si gettano antiche insegne dal sapore francese.
Se ci mettiamo che nel periodo natalizio tutto si illumina di lucine, i colori si caricano di intensità, e le boulangerie ti incantano con il profumo di pain au chocolat, come fai a non prenotare da ora un viaggio per dicembre?
Una delle attrazioni maggiori è Notre-Dame de Fourvière, la basilica che sovrasta la collina di Lione.
Si può raggiungere a piedi o con la funicolare a due passi dalla cattedrale di Saint-Jean-Baptiste (nell’omonima piazza centrale); per l’andata abbiamo deciso di passeggiare per goderci il panorama che si innalzava sulla città.
La cattedrale di Saint- Jean- Baptiste |
Una volta raggiunta, oltre alla ricchezza degli interni, si assiste alla veduta di Lione dall’alto: è facile distinguere la prima divisione dovuta alla Saona, e la seconda per l’altro fiume cittadino, il Rodano. Il tappeto di tetti si allunga fino all’orizzonte, terminando nella cornice di montagne.
Lione è la città famosa per la seta e per i trompe-l’œil: se a dodici anni il primo motivo mi aveva sconvolta dopo la visita al Museo dei Tessuti (mica sapevo che la seta si ottenesse dalle uova bollite dei bachi), il secondo mi aveva affascinata. Nel quartiere di Croix Rousse si trova la maggior parte dei murales creati con la tecnica del trompe-l’œil: intere facciate riproducono scene di vita quotidiana e momenti di storia lionese. Da amante in erba dei dettagli, non avevo capito che il particolare è bello finchè non è l’insieme a rendere l’idea, quindi le uniche foto presenti sul pc sono dei close-up di un insieme gigantesco.
Per dire io ho scattato questo:
ma l’insieme era questo:
Foto presa qui |
Sì, paura: dell’essere indipendente nel mondo; da una parte la voglia di tuffarsi al di fuori del proprio confine vitale, dall’altra il bisogno dei punti di riferimento stabili.
Una necessità di libertà e protezione che mi faceva sentire in balia di due forze, tra ciò che era casa e ciò che era nuovo; allora non avevo le conoscenze attuali, non sapevo quanto questo sentimento, se dosato, sappia farmi vivere esponenzialmente ogni partenza.
Per questo una terza visita a Lione sarà d’obbligo: per viverla come solo ora so fare. E scattare immagini degne di questo nome 🙂
Alcune note
In Place Bellecour, una delle piazze principali di Lione, viene installata nel periodo natalizio fino a inizio primavera, la ruota panoramica.
Nei giorni attorno l’8 dicembre si tiene la Fête des Lumières: moltissimi edifici si animano con giochi di luci e musiche. Ho visto solo i video ma dev’essere bellissima!
Non perderti i traboules, dei passaggi quasi segreti che collegano una via all’altra: molti sono stati chiusi ai turisti, ma alcuni si trovano ancora (così parte una specie di caccia al tesoro per trovarne alcuni).
Le foto sono pessime e non le rendono giustizia, ma non è così bella da essere semplice intravederne il fascino?
5 posti dove mangiare a Torino – terza parte.
Continua la scoperta dei locali torinesi.
In questo periodo di temperature di passaggio, ho sempre più voglia di stare fuori; i dehor fanno capolino dai locali ed è bello godersi le ultime passeggiate nell’aria fresca prima che si trasformino in bagni di sudore.
E la mia crociata perchè Torino venga conosciuta per com’è realmente va avanti, quindi ecco altri cinque locali dove fare una pausa durante una gita all’ombra della Mole.
Vieni con me?
1. Gelateria Mara dei Boschi
In pieno San Salvario, letteralmente comunicante con Orso laboratorio Caffè, trovi questo piccolo laboratorio con le pareti di lavagna e il gusto del vero gelato.
Sui muri troverai tutti i gusti ottenuti con ottimi prodotti, e la panna è montata a mano (non ho mai capito se sia vero che così risulti più buona, ma nel dubbio, meglio ancora).
C’è anche un angolo per i bambini con tavolini e sedie, e non mancano i gessetti con cui possono scrivere sulle pareti ad altezza tappo.
Insomma, se sei in questa zona devi provarla!
Pagina Facebook
Dove? Via Berthollet 30H
2. Panificio Ficini
A pochissimi passi dalla gelateria qui sopra, trovi questo panificio; se capiti il mattino lo troverai subito: è quello con la fila anche fuori.
Lo inserisco nell’elenco perchè potresti soggiornare in zona (e una panetteria buona fa sempre comodo), o perchè potrebbe diventare il fornitore ufficiale dei miei pranzi al Parco del Valentino, a pochi metri da lì: passo, scelgo la pizza, passeggio fino al Giardino Roccioso del parco e mangio circondata dal verde e dagli scoiattoli (loro però preferiscono le noccioline).
Trovi dai dolci alle pizze, fino ai pani di ogni tipo (compresi quelli a lievitazione naturale).
Pagina Facebook
Dove? Via Berthollet 30
3. Smile Tree
In pieno centro, nella zona del Quadrilatero Romano, c’è questa piazzetta famosa per la presenza della Consolata (la chiesa più importante della città) e del caffè storico “Al Bicerin“.
In un angolo, salvo il dehor estivo, passa inosservato lo “Smile Tree” un locale ormai conosciuto da tutti i torinesi; qui si bevono probabilmente i cocktail più buoni della città grazie a Dennis Zoppi, miglior Bartender italiano nel 2012: ha lavorato nei locali di Amsterdam, Londra, Rotterdam, San Francisco, New York, San Diego e al Caesars Palace di Las Vegas.
Ora, non so se quest’esperienze siano sinonimo di qualità, e da inesperta il mio giudizio vale poco, ma i cocktail hanno davvero qualcosa di buono (e a me, di solito, non piacciono molto).
E poi sono estremamente belli da vedere, accompagnati sempre da frutta o qualche altro stuzzichino. L’aperitivo qui è totalmente vegano, ma non farti ingannare dallo stereotipo: il cibo è gustoso e sfizioso anche per i carnivori (parola di Ragazzo Economista).
I prezzi non sono per nulla bassi: i cocktail partono dai 9€ (fino ai 40!!!) e per l’aperitivo se ne devono aggiungere 3, ma capisco che la cifra sia proporzionata alla qualità delle materie prime.
Il sito.
Dove? Piazza della Consolata 9/C
4. Panificio pasticceria Dolci arabi
Non avevo mai assaggiato i dolci arabi, anche perchè non essendo mai stata in un Paese arabo mi risultava difficile (non è che solitamente giri l’angolo e…toh…una pasticceria araba).
Poi, poco più di un anno fa, durante un giro a Porta Palazzo (il mercato all’aperto più grande d’Europa) ho scoperto questo negozio a metà tra la pasticceria e la panetteria.
Ho provato un po’ di tutto, e ammetto che quelli tipici non mi sono piaciuti particolarmente (sono un tripudio di pasta di mandorle), ma sono comunque presenti anche altri più classici. Al contrario mi sono innamorata di quello che credo sia il vero pane arabo (totalmente diverso da ciò che intendiamo noi): sfoglie sottilissime ed elastiche con cui mi riempirei la pancia ad ogni pasto.
D’altronde Torino è multietnica, conoscere le sue culture attraverso il cibo è un ottimo inizio.
Dove? Corso Giulio Cesare 6.
5. La locanda leggera
Il loro motto è “Lo sfuso si cucina”, perchè tutti i prodotti (freschi e mai surgelati) sono acquistati, appunto, sfusi.
C’è una grande attenzione al lato ecologico (niente bottiglie di plastica o materiali non riciclabili) e alle scelte alimentari di tutti (piatti vegetariani e vegani sono sempre nel menu).
Mi piace per la particolarità dei piatti proposti (avevo preso una crema fredda di melanzane con menta, pinoli ed erba cipollina ottima), e i prezzi sono convenientissimi (li puoi vedere qui insieme al menu del giorno).
In più acqua (del lavandino) pane e grissini sono sempre offerti da loro.
Ogni tanto organizzano anche qualche corso interessante; trovi tutto sul sito.
Dove? Via Napione 32.
Tutte le foto sono state prese dalla mia galleria Instagram…a proposito, mi segui già lì? 🙂
Bonassola: meta estiva in primavera.
dal mio Instagram @aliceofm |
La Venaria Reale: i giadini della Reggia.
L’ultima volta che ho visitato i giardini della Reggia di Venaria (alle porte di Torino) è stato un paio di settimane fa, in una giornata di blu (per la serie, ti piace vincere facile?)
…
La mappa di Pinterest con le cose da non perdere a Torino.
Ho voglia di far conoscere la mia città.
E’ una cosa che, come molti, ho sempre avuto.
Mi hanno insegnato a vivere da turista, perchè gli occhi non si cullino nell’abitudine e vengano sempre sottoposti alla bellezza; perchè le novità, anche quelle di periferia, permettano di vivere in un luogo che si ami.
Sono nata qui, ai piedi della Mole, in una città che si è tanto rivoluzionata quanto intrappolata in quel passato che ha nutrito e cresciuto chissà quante famiglie.
Torino città grigia.
Torino città industriale.
Perchè in molti l’amiamo, allora?
Perchè è bella, ma sconosciuta.
Ma come ho scritto nel post precedente, “oddio si sono accorti di noi“.
Con le Olimpiadi che hanno mostrato una Torino assolata, innevata, bella e regale, la città ha detto definitivamente addio al brutto anatroccolo.
Per questo, grazie al vecchio post di Silvia di The Girl With The Suitcase, ho creato su Pinterest una mappa con i luoghi di cui ho scritto qui sul blog: negozi, ristoranti, parchi dove scoprire la vera Torino.
Basterà cliccare sulla foto della bacheca per localizzare il punto sulla cartina o viceversa per vedere l’immagine collegata al post.
Tutto chiaro?
Su, ora cerca il primo volo per Torino!
5 posti dove mangiare a Torino – parte 2.
Resuscito dopo l’appendicectomia che mi ha sballato mente e corpo, e torno con il secondo post sui locali di Torino (qui il primo).
Perchè è primavera, perchè è periodo di Sindone, perchè si avvicina il Salone del Libro, o semplicemente perchè la città all’ombra della Mole ha iniziato a farsi conoscere.
Per davvero. Perchè siamo sempre stati abituati ad essere solo noi, torinesi fatti in parte da piemontesi, e in gran parte da sardi, pugliesi, campani; poi le olimpiadi, e “oddio si sono accorti di noi”.
Chè non siamo solo grigio, fabbriche e palazzi.
Siamo sole, che c’è anche se i tg mostrano immagini di repertorio girate in un giorno di pioggia di vent’anni fa; siamo la città con più verde pubblico d’Italia, siamo storia ed eleganza barocca.
Ci stiamo lavando di dosso gli stereotipi con cui siamo cresciuti, godendo delle strade del centro che risuonano di lingue straniere e di turisti con le cartine in mano e il naso all’insù.
Per questo nel mio piccolo cerco con l’orgoglio di abbattere il pregiudizio.
Se capitassi da queste parti, non perderti uno di questi locali 🙂
***
Largo IV Marzo |
Immagina una piazzetta del centro città appena fuori dalle vie principali; un locale piccolo, con i mattoni a vista e insegne vintage. Immagina una cucina casalinga, con prodotti di stagione e regionali che creano un menu semplice, ma curato ed economico.
Instagram: @giada_v |
Se poi ci mettiamo che al tramonto, tra maggio e ottobre, la location si immerge nel romanticismo con il dehor aperto e i suonatori di fisarmonica che ogni tanto sostano nella piazza, si capisce il perchè sia diventato il mio posto preferito.
Unico difetto: a causa delle troppe chiamate non prendono più prenotazioni telefoniche; l’unica e passare qualche ora prima o avere la pazienza di aspettare che un tavolo si liberi.
I prezzi: 4€ per gli antipasti, 5€ per i primi, 6€ per i secondi, 2,5€ per i dolci (il tiramisù è pazzesco).
Dove? Largo IV Marzo.
2. Burgheria
foto della pagina facebook Burgheria – Original hamburger & fries |
McDonald’s è un ricordo lontano.
Qui panini e patatine sono buoni perchè sono buone le materie prime, non gli additivi.
Se hai voglia di junk food ma vuoi che ci sia anche il food e non solo il junk, questo è il posto perfetto: compili un foglietto con le tue preferenze (il tipo di panino, di formaggio, di “ripieno”, di bibita), scrivi il tuo nome e attendi che ti chiamino.
Sparsi per la città ci sono tre locali.
I prezzi li trovi qui.
Sito internet
Dove? Via Del Carmine 24F
Via Baretti 6D
Via delle Rosine 1
3. Al Bicerin
Se vuoi assaggiare il bicerin non puoi che assaggiarlo al Bicerin.
Perchè ogni bar e caffetteria della città ha la sua ricetta, ma nessuna è paragonabile a quella originale.
Ma cos’è il bicerin? E’ una bevanda a base di cioccolato, caffè e crema di latte. Io odio il caffè, ma qui si tratta di un nettare caldo che passando attraverso la schiuma fredda crea un contrasto che solo provandolo si può comprendere.
Il piccolissimo locale risale alla metà del ‘700, e i suoi anni si ritrovano nello scricchiolio del pavimento e negli interni cupi.
Quasi sempre c’è coda per entrare, ma vale la pena per poter assaggiare la bevanda che Cavour, Hemingway e Dumas padre amavano assaporare proprio in questa piccola piazza.
Il prezzo è di 5€, ma non puoi lasciare Torino senza aver assaggiato il bicerin. Fidati.
Se vuoi conoscere la curiosa storia del locale vai sul sito.
Dove? Piazza della Consolata 5.
4. Vanilla
E’ considerata una delle migliori gelaterie di Torino, e la posizione centralissima a qualche metro da Piazza Castello la rende perfetta per i turisti.
I gusti variano secondo la stagione, e oltre a quelli classici trovi sempre qualche specialità. Essendo una piccola gelateria, il proprietario ha deciso di puntare tutto sulla qualità delle materie prime, il che si ripercuote positivamente sul prodotto finale.
Meritano anche le granite: non ancora assaggiata, ma consigliatissima dall’amico Artista, quella al gelsomino.
Dove? Via Palazzo di Città 7
5. Orso laboratorio caffè
Instagram @aliceofm |
Come ho già scritto, odio il caffè.
Ma amo i posti nuovi ed originali, e Orso lo è.
Qui trovi miscele particolarissime da assaporare secondo i consigli del personale sempre molto gentile; e poi cappuccino, spremute, brioche e panini salati.
Il locale in zona San Salvario e molto piccolo ma davvero ben curato, con mensole abitate da tazze “affittate” dai clienti: se lo fai verrà esposta con il tuo nome ed utilizzata solamente da te.
Non dimenticare, una volta finito caffè o cappuccino, di scoprire il numero sul fondo della tazzina e controllare cosa ti dice il…fondo del caffè (trovi la tabella all’uscita)!
I prezzi, più alti dei bar normali, variano in base alla miscela scelta; ma gli intenditori di casa hanno notato la differenza.
Ah, e se è la tua prima volta da Orso, il caffè lo offrono loro.
Dove? Via Berthollet 30G
Ti ho fatto venire voglia di venire a Torino? 🙂
Viaggiare da turista. Vivere da viaggiatore.
C’è chi viaggia per necessità e chi per consuetudine.
Non parlo di lavoro, ma di piacere.
Di viaggiatori e di turisti.
Tutti nasciamo turisti, con l’azione intrinseca di utilizzare il denaro per non passare le ferie nella dimora cittadina. Non si tratta di un’urgenza ma di un atto istintivo: al guadagno ne consegue la vacanza più o meno lontano da casa.
In alcuni però avviene l’evoluzione: per un bisogno innato, si diventa viaggiatori.
Piccola parentesi musicale: il pezzo che segue è stato scritto con Arrival of the birds in sottofondo: ascoltandolo credo renda meglio l’intensità di cui parlo.
Insomma, turista e viaggiatore sono molto simili, ma totalmente diversi per un piccolo particolare.
Nel momento in cui lo conosci, impari a riconoscerlo. E’ attaccato ad ogni cellula del tuo corpo, si fa spazio nella mente, ti stringe il cuore; è lì quando ripensi all’ultimo viaggio, quando senti i profumi di terre esplorate, quando sogni Paesi inesplorati.
Valle Viù e lago di Malciaussia, Piemonte |
Il viaggiatore impara dai viaggi. Sa che perdersi è la cosa migliore per scoprire una città, sa che la fatica regala emozioni impagabili.
Sono convinta si nasca con il gene del viaggiatore, perchè lo si ritrova in persone pigre, stanziali e abitudinarie che sanno trasformarsi in cittadini del mondo solo davanti ad una partenza.
La differenza sta proprio in questo super concentrato capace di farti star sveglio la notte, e ti accompagna nei sogni ed è lì al risveglio; è quell’astinenza che provi dopo tanto che non parti, che ti spinge a cercare voli, segnare posti, immaginare fughe; ovunque, perchè fuori dal portone di casa comincia una terra da scoprire.
Puerta del sol, Madrid |
Ho trovato una frase di Anita Desai che dice: “Wherever you go becomes a part of you somehow”.
Per me è in questa citazione che risiede la netta differenza con il turista: il viaggiatore è tale per la sua “memoria esperienziale” che accumula in ogni angolo di sè. Il viaggio insegna e lascia qualcosa che va oltre alle nozioni artistiche e culturali; una ricchezza inspiegabile che non andrà mai perduta.
Nyhavn, Copenhagen |
Bonassola, Liguria |
E l’astinenza da viaggio ti porta a delirare con un post in cui riversare tutti quei sentimenti che hai voglia diventino reali con brividi sulla pelle e occhi che brillano.
Perchè ho voglia di salire su un aereo, riempirmi i polmoni di aria che non sappia di casa, sentire la paura della lontananza e la felicità della lontananza; abbandonare le mie abitudini, crearmi un nuovo vestito di quotidianità da cambiare ogni volta che gli imprevisti modificano la giornata.
Ne ho bisogno. Come ogni viaggiatore.
5 posti dove mangiare a Torino.
Viaggiare in camper: i pro e i contro.
Ho condotto la vita da camperista (che viaggia) per una decina d’anni, fino a quando il camper non ci è stato rubato – davanti ad una caserma………ma questa è un’altra storia.
Sarà il mezzo con cui scoprire il mondo?
Un risveglio in riva al mare |