
Mi sono accorta che nel post sul porridge d’avena ho inserito una ricetta collaudata ma limitata….
Ceci n'est pas un blog de cuisine
by Alice 5 Comments
Mi sono accorta che nel post sul porridge d’avena ho inserito una ricetta collaudata ma limitata….
by Alice 6 Comments
Sarebbe una bugia se scrivessi di aver creato questo post per fornire un’utile arma con cui combattere i caldi estivi.
Sarebbe una bugia se scrivessi che bevo questa limonata per sentirmi pulita dentro e bella fuori.
Sarebbe una bugia se scrivessi che il limone e lo zenzero pialleranno la cellulite.
No, io non sono una bugiarda.
La verità è una sola: ho iniziato l’estate con il primo raffreddore dell’anno.
by Alice 9 Comments
Ingredienti per una tazza
– 10 cucchiai di fiocchi integrali di avena
– latte di riso
– 1 pesca
– 6/7 mandorle
– 2/3 cucchiai di semi di chia
– 2 cucchiai di yogurt di soia al cocco (*importante, vedi note)
Nella tazza (stesso lavoro puoi farlo in un pentolino sul gas) metti i fiocchi e aggiungi il latte fino a che non sarà al livello dell’avena.
Cuoci al microonde alla massima potenza (800W nel mio) per 20/30 secondi, o fin quando il latte sarà completamente assorbito.
Nel frattempo taglia a cubetti la pesca, e le mandorle a pezzetti.
A questo punto aggiungi tutti gli ingredienti nella tazza: yogurt, pesca, mandorle e semi di chia.
Mescola.
Mangia.
Alcune note
Per una versione non vegana sostituisci latte e yogurt con quelli vaccini che preferisci.
La cottura dell’avena dipende molto dal tipo; in commercio vendono sia quella pronta da mangiare, sia quella da cuocere. Per accorciare i tempi scegli sempre la prima o quella a pezzetti, perfette per l’estate quando non si apprezzano le colazioni tiepide (io riscaldo comunque perchè mi piace il contrasto con la freschezza della frutta).
Se come me odi lo yogurt di soia ti consiglio il nuovissimo Provamel al cocco, avvistato anche alle mandorle: ha un sapore delicato di frutta ma senza alcun sentore di soia. (NON E’ UNA MARKETTATA: la Provamel non sa neppure della mia esistenza).
I semi di chia li trovi ovunque, tra qualche tempo li avranno persino i venditori di fazzoletti ai semafori.
by Alice 9 Comments
Questioni di principio.
Ecco cosa sono; mere questioni di principio.
Lo facciamo da quando siamo piccoli.
“Mhhh…è viscido…non mi piace”.
Così io non ho quasi mai mangiato la Manzotin, i molluschi, la battuta di fassona, il budino, il creme caramel. Il creme caramel! Per anni non l’ho toccato perchè sfuggente al cucchiaino.
Ma il cibo è anche sensazioni, diciamo che può avere intrinsecamente senso scartarne un certo tipo per una consistenza fastidiosa.
Ma conosco due fratelli che non mangiano i pomodori.
E perchè?, ti chiederai.
Perchè sono acidi? No.
Perchè fanno schifo? Ma va’.
Perchè potrebbero essere OGM? Ma figurati.
Perchè sono rossi.
Allo stesso modo non mangiano i kiwi: evidentemente il giorno della creazione della frutta il colore verde è diventato esclusiva della verdura e il rosso della frutta, e loro, la frutta rivoluzionaria non la mangiano.
Ma ecco che da semplice vegetariana curiosa di altre cucine sterzo bruscamente verso l’annosa questione che scuoterà gli animi dei più estremisti: perchè i mangiatori di facoceri non possono ingurgitare una briciola di alimento vegano senza fingere un attacco epilettico per evitarlo? Cos’è questo razzismo culinario?
Una collega una volta ha visto la foto della mia mugcake vegana e mi ha detto: “Sembra buonissima, peccato sia vegana“, come se l’assenza di derivati animali sgretolasse ogni possibilità di sapore gradevole.
Poi l’ha provata e ha capito che il cibo vegano da la nausea se cucinato da mani incapaci.
Ma modestamente, io, le mani incapaci non le ho.
Questi brownies vegani sono vietati ad un solo tipo di persone: le non curiose. Se sei prevenuto non meriti che le tue papille gustative vengano eccitate dal sapore del cacao e dei pezzi di cioccolata che si fondono in bocca; non parliamo della consistenza, umida e sbriciolosa.
Ma sono buona, e se per questione di principio vuoi evitare cibi vegan, puoi comunque sostituire il latte di riso con quello vaccino.
L’abbinamento con una valanga di gelato (vegano o meno) è fortemente consigliato.
Ingredienti
– 150g di farina di farro (o 00)
– 200 g di cioccolato fondente 70% (di cui 150g da fondere e 50g da sminuzzare)
– 150 g di zucchero di canna
– 4 cucchiai rasi di cacao amaro
– 230 ml di latte di riso (o vaccino)
– 5 cucchiai di olio di mais
– 1 cucchiaino di lievito o cremor tartaro
– 1 pizzico di sale
Facoltativi:
– 1 cucchiaino di estratto di vaniglia (o i semi di mezza bacca o 1 bustina di vanillina)
– 200 g di mandorle (o altra frutta secca)
– zucchero a velo
Riscalda il forno a 180°C e fodera una teglia (vedi note).
Avrai bisogno di due ciotole: in una sciogli 150g di cioccolato al microonde (o in un pentolino sul gas) e lascia da parte; nell’altra unisci farina, cacao, zucchero, lievito, il sale e i semi della bacca o la vanillina (se usi l’estratto aspetta il passaggio seguente) quindi mescola.
Aggiungi l’olio, il latte, il cioccolato fuso e l’estratto di vaniglia, poi amalgama.
Infine unisci le mandorle e i restanti 50 g di cioccolato tagliato grossolanamente.
Versa nella teglia e livella la superficie.
Inforna per 40/45 minuti (ma fai la prova stecchino).
Lascia raffreddare e cospargi con zucchero a velo.
Alcune note
Ho usato la farina di farro perchè mi piace il suo retrogusto: se a te fa schifo, non ce l’hai e non hai intenzione di comprarla, sostituiscila tranquillamente con farina 00.
Il latte può essere di qualsiasi tipo: riso, soya, vaccino, mandorle, avena…
La teglia dovrà essere circa:
– quadrata 20cmx20cm
– rettangolare 23×18
– rotonda 23cm di diametro
by Alice 5 Comments
by Alice 12 Comments
La prima regola del vero blogger è essere costanti.
Ecco uno dei motivi per cui non mi definirò mai tale.
by Alice 6 Comments
Ti ricordi le meringhe al microonde di qualche post fa?
Quelle che puoi preparare anche in pieno agosto, perchè non hanno bisogno del forno…
Quelle che se non hai voglia di cucinare qualcosa da portare all’amica che ti ha invitato a cena ti salvano dalla figuraccia di presentarti a mani vuote (meglio le meringhe di nulla)…
Quelle che se hai figli/nipoti/cugini piccoli puoi prepararle sfruttando la loro manodopera…
Ecco, di quelle ho fatto il video, che insieme al gelato vegano in un ingrediente e alla mug cake al microonde pronta in un attimo, rientra nella serie “In 30 secondi”.
Visto che sono davvero veloci?
by Alice 16 Comments
E’ un periodo duro per noi.
Noi: me, te, gli altri.
Abituati ad essere immersi nella nostra propria vita fatta di salite e discese e curve paraboliche di problemi, ci ritroviamo insieme davanti ad una realtà uguale per tutti noi, appunto.
Ognuno avrà poi le sue emozioni, perchè le declinazioni della paura sono tante; ma il sentimento di base è quello.
Ormai la paura è quotidianità; l’abbiamo sentita nascere assistendo ad eventi avvenuti nella routine di qualcuno. In vacanza, a lavoro, durante una maratona.
Siamo sconosciuti accomunati dalla paura. Uniti dalla paura.
Ma la vita non è così paziente da attendere che tutto passi.
Non possiamo smettere di viaggiare, di lavorare nè di immergerci nei passatempi che amiamo per quel terrore che avanza come acqua nelle fughe del pavimento.
Come ho letto in un bel post di Valentina Stella qualche giorno fa: “[…]non bisogna avere paura. Che terrorismo non vuol dire tanto ammazzare cento o mille persone, ma vuol dire seminare terrore. Vuol dire togliere al mondo il sonno, la serenità e la voglia di continuare a vivere, amare e sorridere. E che l’unica cosa da fare in questo momento è non avere paura. Perché se avremo paura, allora avranno davvero vinto loro. Allora avranno davvero seminato terrore.“
Allora uniamoci, ma per non aver paura.
Ingredienti
– 3 cucchiai di farina
– 2 cucchiai di zucchero
– 2 cucchiai di cacao amaro o farina di carrube
– la punta di 1 cucchiaino di lievito
– 1 bel pizzico di sale
– 8 cucchiai di latte di soya/riso/mandorla/vaccino
– 2 cucchiai di olio di semi di mais
Il procedimento è tutto nel video!
Alcune note
Con due cucchiai di zucchero otterrai una tortina non troppo dolce: se vuoi puoi aggiungerne uno in più.
Non lesinare con il sale se vuoi esaltare il sapore del cacao (limitati comunque al pizzico 🙂
Puoi usare sia latte vaccino che vegetale: ho provato con quello di mucca, soya e ris, venendo sempre benissimo.
Per renderla ancora più golosa aggiungi all’impasto ed in un superficie delle gocce di cioccolato, e una volta cotta termina con zucchero a velo.
I tempi varieranno da microonde a microonde: controlla la potenza massima e fai una prova con una proporzione approssimativa a 800W:1 minuto e 50 secondi.
Mangiala subito: comunque non è cotta al forno; sarà buona anche dopo un po’, ma la consistenza cambierà!
by Alice 20 Comments
Procrastinare è la mia parola d’ordine.
Non fare oggi quello che puoi fare domani il mio motto.
Figlia della pigrizia e dell’accumulazione seriale di idee, dimentico e rimando progetti; mi cullo nella speranza che una notte la dinamicità (fisica ed intellettuale) possa essere soffiata nella mia stanza da un Grande Gigante Gentile, al posto di un sogno.
Ma avevo scritto che questo 2015 doveva essere creato da sè stessi, no?
Quindi continuerò ad aspettare il GGG ma intanto, nel periodo boom di blogger aspiranti youtuber, e dopo un anno (!) dall’idea, ho finalmente creato una video-ricetta: una ricetta condensata in circa 30 secondi di video.
Perchè così poco?
Perchè non sempre ho voglia di guardare tutto il video.
Perchè non sempre ho voglia di saltare da un minuto all’altro per trovare gli ingredienti.
Perchè non sempre ho voglia di sprecare tempo per scoprire che non ci sono le dosi.
Sarò mica l’unica?
Alcune note (perchè il procedimento è davvero tutto nel video)
La ricetta ovviamente non prende solo 30 secondi del tuo tempo, ma poco più.
La consistenza è quella del gelato.
La banana deve stare in freezer per almeno 2/3 ore; la cosa migliore è quando hai banane mature che sai già finiranno nella spazzatura: tagliale e mettile in freezer, così potrai usarle all’occorrenza.
Per questa preparazione di usano appunto le banana mature, ma secondo me vanno bene anche normali (ancora in buono stato – non acerbe, ovviamente): il sapore sarà solo meno dolce.
Ovviamente questa è la ricetta base che puoi insaporire come vuoi (presto arriveranno le varianti 🙂
Allora? Che ne dici del gelato (e del video)?
Salva
by Alice 9 Comments
Sono nata pessimista.
Vivo vivevo in un bicchiere mezzo vuoto. Pure crepato.
Poi una serie di eventi mi hanno portata a riflettere su una cosa banale.
Che poi banale non è, all’inizio. E’ un po’ come quando devi alzarti il mattino: con gli occhi chiusi ti sembra impossibile che il tuo corpo sia dotato di cellule capaci di scinderti dal letto senza l’aiuto di una gru; cominci a stropicciarti gli occhi perchè la sveglia suona una seconda volta, e magari una terza ed una quarta. E a un certo punto, arrotolato tra il dovere di alzarti ed il piacere del dolce poltrire -ormai il piacere è ansia da ritardo- ti tiri su. I piedi toccano terra, l’andatura zombie ti accompagna fino al bagno, e la giornata comincia come ogni giorno.
Non è semplice, ma viene istintivo.
Ecco dicevo, la cosa banale che piano piano diventa naturale: il punto di vista.
Cambiare lui cambia te.
Non dico che nel mio sangue scorra ottimismo – sto lavorando perchè la mia fiducia nel futuro non abbia l’andamento di una montagna russa- ma diciamo che a quel bicchiere ci ho messo un bel po’ di colla, così da poterlo riempire ogni volta che riesco.
A questa cosa ci ho pensato ieri, sotto un cielo che riversava nuvole di neve sulla testa di persone disperate per il traffico.
“La neve è una rottura di palle che piace solo a chi non ha nulla da fare” ha sottolineato un signore al giornalaio, sottintendendo i disagi che reca alla viabilità.
“Punti di vista”, ha risposto l’altro, aggiungendo qualche motivazione.
Non so come sia terminata la loro conversazione, ma è vero: punti di vista.
Se ti limiti a vedere la neve come rallentamento del traffico non potrai che odiarla; ma se la guardi dal punto di vista “bambino”, anche dovendo attraversare la città, la prenderai diversamente.
Non è facile, ma è tutta questione di punti di vista.
I tartufi classici con cioccolato, latte e altri ingredienti da orgasmo papillare rimangono i migliori tartufi da orgasmo papillare; ma vade retro se sei a dieta o il destino ti ha reso ipercolesterolemico.
Questa versione vegan è senz’altro meno peccaminosa; non dico ugualmente buona perchè non vado matta per i datteri, ma se ti piacciono allora devi provarla!
Il bello è che si fa con due ingredienti (più eventuali granelle e aggiunte a piacere) in pochissimi minuti. Proviamo?
Ingredienti
– 150g di datteri privati del nocciolo
– 1 cucchiaio di cacao o farina di carrube
– ½ cucchiaino di sale
Elimina il nocciolo e metti i datteri nel robot da cucina: aziona e trita finchè non diventeranno sottilissimi.
Aggiungi il cacao o la farina di carrube e il sale, poi mixa finchè non sarà omogeneo. Se dovesse risultare ancora appiccicoso aggiungi ancora un po’ di cacao/farina.
Crea delle palline della dimensione che preferisci e rotolale in altro cacao/farina.
Servi o conserva in frigorifero.
Alcune note
La farina di carrube è un sostituto del cacao; si trova nei negozi biologici e ha un sapore leggermente speziato (ogni volta che la uso mi chiedono se abbia messo della cannella). Scegli tu cosa usare.
Se le lame non tagliano bene, riduci i datteri in piccoli pezzetti con un coltello.
All’impasto puoi aggiungere estratto di vaniglia, frutta secca, e rotolare le palline nella granella di nocciole, pistacchi, mandorle: come dei normali tartufi.