La sincerità. Pretenderla è facile, accoglierla un po’ meno.
Sappiamo essere centometristi in fuga al suono di una critica, arrampicatori di specchi di fronte allo strapiombo in cui ci scaraventa la realtà, ma difficilmente vinciamo la medaglia d’oro in accettazione.
Io sono una fanatica del dimmi cosa pensi e scoprirò chi sono: incasso i rimproveri prendendo appunti, ed escludendo un paio di casi, chiunque disapprovi usi e costumi della sottoscritta non verrà condannato mentalmente a morte (almeno non nell’immediato). Ma è questione di insicurezza.
Il discorso si complica se ad aver da ridire sono io: negli ultimi mesi mi è stata fatta notare la scarsa diplomazia con cui esterno le mie valutazioni negative. Un principio di causa-effetto immediato che può ferire quanto un Sei ingrassata/o? il primo giorno in spiaggia.
Le cose vanno in questo modo: penso-dico. Analisi intermedia: non pervenuta.
Ed è quell’analisi intermedia lì che salva dalle figuracce e dall’espatrio in terra di offesa.
Dalla regia mi dicono sia Asperger, ma a chi importa che sia una critica innocente? Non ho il caschetto biondo ma la verità fa male, lo so.
E’ un discorso complicato quando sei una persona oggettiva (in un mondo che è tutto fuorché oggettivo) perché entrano in gioco i sentimenti, e i sentimenti non sono oggetti che puoi manipolare. Le emozioni si intrufolano nelle viscere, e scivolano tra le dita come sabbia. Forse è per questo che non amo il mare.
Ma sto imparando. Sbaglio (ancora e tanto) ma cerco di centellinare ciò che dico, setacciando le parole, perché per ogni verità c’è un suo tempo ed un suo modo, e il mio vomitarle a spruzzo non è senz’altro quello giusto.
E dopo queste raffinatissima perla, continuiamo con la sincerità: a me questi biscotti non fanno impazzire. Sono deliziosi per la vista, ma per me le caramelle sono caramelle e i biscotti sono biscotti. MA. Ma i bambini non sono così scrupolosi e l’estetica in effetti ne guadagna.
Ah, non sono per nulla soddisfatta delle foto che a mio parere non rendono giustizia alla carineria finale.
Ingredienti
- la tua frolla preferita (ti consiglio quella vegana di Montersino o questa burrosa di Valentina)
- caramelle dure (tipo gli spicchi al limone e arancia)
Non credo sia necessaria una spiegazione, ma nell’eventualità che tu sia una completa nullità in cucina, eviterò di farti sentire tale con una veloce spiegazione.
Stendi l’impasto.
Usa una formina per ottenere il biscotto ed un’altra, più piccola, per ricavare la finestrella in cui inserire il vetro.
Se vuoi appenderli crea un piccolo foro dal quale farai passare il nastro.
Adagia i biscotti su una teglia coperta di carta da forno.
Scarta le caramelle e uniscile all’interno di un canovaccio pulito che piegherai in modo da non far uscire la polvere di zucchero.
Arriva la parte antistress: con un mattarello distruggi le caramelle fin quando non saranno polverizzate.
Aiutandoti con un cucchiaino riempi abbondantemente gli incavi di caramella.
Inforna.
Se dovessi notare che la caramella sciolta non è abbastanza, puoi aggiungere altra polvere anche durante la cottura.
Sforna.
Prima di togliere i biscotti dalla teglia, lasciali raffreddare per evitare che il vetro ancora morbido si deformi.
Simona says
Sono bellissimi!
Alice says
Grazie 🙂