Ricordo Roberta.
Era arrivata un giorno qualsiasi. Robusta, con i capelli corti dello stesso colore dei suoi occhi profondi. Nata a Napoli, trasferita a Torino. Quel primo giorno l’avevamo accolta con la curiosità e la sfacciataggine che solo i bambini di 10 anni possono avere.
Io e lei eravamo uno stereotipo regionale: lei mediterranea e loquace, io chiara ed introversa.
Diventammo amiche.
Ricordo Mohammed.
La sue dimensioni minute erano direttamente proporzionali all’energia che emanava; i denti da scoiattolo gli regalavano un’aria buffa. C’era sempre sua mamma ad aspettarlo fuori da scuola, il viso perimetrato da un velo – hijab? chador? non ricordo – e un sorriso che si apriva a tutti.
Quando lui cominciò ad interessarsi a me, io iniziai ad indispettirmi. Odiavo i complimenti. Decisi di strappargli di nascosto la foto di classe, un taglio netto sul mio viso.
Ma custodendo questo segreto, continuammo ad essere amici.
Ricordo Francesca. E Martina. E Angela. E Stefania.
Mi hanno iniziata all’inadeguatezza. Erano ciò che non ero. Un versante opposto e sconosciuto.
Occhi marroni, occhi azzurri che sapevano come ferire con la semplice bassezza pre-adolescenziale.
Non diventammo mai amiche.
Ricordo tanti altri volti e tante storie e tante differenze.
Ogni diversità mi ha cambiata, levigando lati del mio carattere troppo spigolosi, creando crepe nel mio animo che hanno richiesto anni di riprese e cure e conferme.
Ma la diversità è un funambolo in bilico tra virtù ed estremismo, una sottilissima linea che separa il lato arricchente da quello nocivo.
Un pensiero. Un’idea politica. Una convinzione religiosa. Sono tutte riflessioni concepite dalla mente umana; ed è durante la nascita di questi concetti che noi attribuiamo un’importanza dalla quale si svilupperanno delle conseguenze.
Oggi penso alla faccia peggiore della diversità, quella estremista derivante da un intelletto seviziato. Penso da cosa possa derivare. Penso a ciò che la nutre. Penso a chi ne è rimasto colpito nel corpo e nello spirito. Penso a ciò che causerà in altre menti, pronte a (ri)dare il valore sbagliato con il sempre scaltro qualunquismo.
Gira il tag #prayforparis.
E allora oggi facciamo una preghiera. In casa. In chiesa. Rivolti alla Mecca. Facendo fluttuare il proprio affetto verso la città vittima di una convinzione.
Sono biscotti, non tortine. Ammetto di aver rubato l’idea da qui, se ti piacciono e vuoi proporli nel tuo blog, fallo anche tu (a che pro spacciare per proprie idee altrui?)
Sorella Educatrice li ha trovati simili ai cuor di mela. E ho detto tutto.
Ingredienti
– pasta frolla vegana di Montersino
– 3 mele
– 4 cucchiai di zucchero
– limone
– cannella ()
Prepara la pasta seguendo il procedimento della frolla vegana di Montersino (o utilizza l’impasto che preferisci).
Mentre riposa in frigorifero, passa al ripieno: sbuccia le mele, tagliale in piccoli tocchetti dentro una pentola e aggiungi lo zucchero e una spruzzata generosa di limone (vai a gusto). Metti sul gas e cuoci a fuoco medio finchè non sarà diventata morbida. Lascia raffreddare.
Quando l’impasto avrà riposato il necessario, infarina bene il piano di lavoro e stendilo ad uno spessore di circa 2mm.
Da circa 2/3 dell’impasto ricava dei cerchi del diametro che avrai scelto per i tuoi biscotti, dal restante ottieni le striscioline per creare la trama della crostata.
Assembla il biscotto spalmando sulla base una piccola quantità di mele, evitando i bordi, e ricopri con le strisce di frolla; puoi sovrapporle senza un senso logico (cosa che io ho fatto per le ultime), ma se vuoi l’effetto ordinato, voilat!
Spolverizza con tanta cannella ed inforna a 200° finchè non si doreranno in superficie.
Non farli finire direttamente nello stomaco, lasciali prima raffreddare su una gratella.
Alcune note
Usa la frolla che vuoi. Questa mi piace tanto perchè trovo che il sapore dell’olio d’oliva stia benissimo, ma nulla ti vieta di utilizzare la tua ricetta preferita.
Puoi sostituire le mele cotte con confettura, marmellata o composta già pronta. Altrimenti: cioccolata.
Con le dosi della frolla di Montersino ho fatto il piatto di biscotti che vedi in foto (quattro o cinque erano già scomparsi) e una crostata.
Le stelline sono quelle di un vecchio DIY che puoi rispolverare in vista del Natale.
Manu says
Bellissimi!
Buona domenica
La Folle says
Questo post è fantastico, sia da leggere che da guardare. Non ho mai fatto le crostatine nè la pasta frolla ma ho in mente di provarci, e queste dolcezze piccolissime che hai fatto tu mi ispirano proprio tanto! Magari provo a farle con la marmellata di mirtilli, è tanto che voglio provarla!
AliceOFM says
Grazie 🙂 con la marmellata di mirtilli saranno senz'altro squisiti…io amo i mirtilli!
Valentina says
Conosco questa frolla ed è buonissima! I tuoi biscotti – crostata mi strapiacciono e se poi mi dici che assomigliano ai cuor di mela, beh, come faccio a resistere?! <3
AliceOFM says
Montersino non delude mai!