L’ultima volta che ho visitato i giardini della Reggia di Venaria (alle porte di Torino) è stato un paio di settimane fa, in una giornata di blu (per la serie, ti piace vincere facile?)
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Ceci n'est pas un blog de cuisine
by Alice 4 Comments
L’ultima volta che ho visitato i giardini della Reggia di Venaria (alle porte di Torino) è stato un paio di settimane fa, in una giornata di blu (per la serie, ti piace vincere facile?)
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by Alice 6 Comments
Ho voglia di far conoscere la mia città.
E’ una cosa che, come molti, ho sempre avuto.
Mi hanno insegnato a vivere da turista, perchè gli occhi non si cullino nell’abitudine e vengano sempre sottoposti alla bellezza; perchè le novità, anche quelle di periferia, permettano di vivere in un luogo che si ami.
Sono nata qui, ai piedi della Mole, in una città che si è tanto rivoluzionata quanto intrappolata in quel passato che ha nutrito e cresciuto chissà quante famiglie.
Torino città grigia.
Torino città industriale.
Perchè in molti l’amiamo, allora?
Perchè è bella, ma sconosciuta.
Ma come ho scritto nel post precedente, “oddio si sono accorti di noi“.
Con le Olimpiadi che hanno mostrato una Torino assolata, innevata, bella e regale, la città ha detto definitivamente addio al brutto anatroccolo.
Per questo, grazie al vecchio post di Silvia di The Girl With The Suitcase, ho creato su Pinterest una mappa con i luoghi di cui ho scritto qui sul blog: negozi, ristoranti, parchi dove scoprire la vera Torino.
Basterà cliccare sulla foto della bacheca per localizzare il punto sulla cartina o viceversa per vedere l’immagine collegata al post.
Tutto chiaro?
Su, ora cerca il primo volo per Torino!
by Alice 10 Comments
Resuscito dopo l’appendicectomia che mi ha sballato mente e corpo, e torno con il secondo post sui locali di Torino (qui il primo).
Perchè è primavera, perchè è periodo di Sindone, perchè si avvicina il Salone del Libro, o semplicemente perchè la città all’ombra della Mole ha iniziato a farsi conoscere.
Per davvero. Perchè siamo sempre stati abituati ad essere solo noi, torinesi fatti in parte da piemontesi, e in gran parte da sardi, pugliesi, campani; poi le olimpiadi, e “oddio si sono accorti di noi”.
Chè non siamo solo grigio, fabbriche e palazzi.
Siamo sole, che c’è anche se i tg mostrano immagini di repertorio girate in un giorno di pioggia di vent’anni fa; siamo la città con più verde pubblico d’Italia, siamo storia ed eleganza barocca.
Ci stiamo lavando di dosso gli stereotipi con cui siamo cresciuti, godendo delle strade del centro che risuonano di lingue straniere e di turisti con le cartine in mano e il naso all’insù.
Per questo nel mio piccolo cerco con l’orgoglio di abbattere il pregiudizio.
Se capitassi da queste parti, non perderti uno di questi locali 🙂
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Largo IV Marzo |
Immagina una piazzetta del centro città appena fuori dalle vie principali; un locale piccolo, con i mattoni a vista e insegne vintage. Immagina una cucina casalinga, con prodotti di stagione e regionali che creano un menu semplice, ma curato ed economico.
Instagram: @giada_v |
Se poi ci mettiamo che al tramonto, tra maggio e ottobre, la location si immerge nel romanticismo con il dehor aperto e i suonatori di fisarmonica che ogni tanto sostano nella piazza, si capisce il perchè sia diventato il mio posto preferito.
Unico difetto: a causa delle troppe chiamate non prendono più prenotazioni telefoniche; l’unica e passare qualche ora prima o avere la pazienza di aspettare che un tavolo si liberi.
I prezzi: 4€ per gli antipasti, 5€ per i primi, 6€ per i secondi, 2,5€ per i dolci (il tiramisù è pazzesco).
Dove? Largo IV Marzo.
2. Burgheria
foto della pagina facebook Burgheria – Original hamburger & fries |
McDonald’s è un ricordo lontano.
Qui panini e patatine sono buoni perchè sono buone le materie prime, non gli additivi.
Se hai voglia di junk food ma vuoi che ci sia anche il food e non solo il junk, questo è il posto perfetto: compili un foglietto con le tue preferenze (il tipo di panino, di formaggio, di “ripieno”, di bibita), scrivi il tuo nome e attendi che ti chiamino.
Sparsi per la città ci sono tre locali.
I prezzi li trovi qui.
Sito internet
Dove? Via Del Carmine 24F
Via Baretti 6D
Via delle Rosine 1
3. Al Bicerin
Se vuoi assaggiare il bicerin non puoi che assaggiarlo al Bicerin.
Perchè ogni bar e caffetteria della città ha la sua ricetta, ma nessuna è paragonabile a quella originale.
Ma cos’è il bicerin? E’ una bevanda a base di cioccolato, caffè e crema di latte. Io odio il caffè, ma qui si tratta di un nettare caldo che passando attraverso la schiuma fredda crea un contrasto che solo provandolo si può comprendere.
Il piccolissimo locale risale alla metà del ‘700, e i suoi anni si ritrovano nello scricchiolio del pavimento e negli interni cupi.
Quasi sempre c’è coda per entrare, ma vale la pena per poter assaggiare la bevanda che Cavour, Hemingway e Dumas padre amavano assaporare proprio in questa piccola piazza.
Il prezzo è di 5€, ma non puoi lasciare Torino senza aver assaggiato il bicerin. Fidati.
Se vuoi conoscere la curiosa storia del locale vai sul sito.
Dove? Piazza della Consolata 5.
4. Vanilla
E’ considerata una delle migliori gelaterie di Torino, e la posizione centralissima a qualche metro da Piazza Castello la rende perfetta per i turisti.
I gusti variano secondo la stagione, e oltre a quelli classici trovi sempre qualche specialità. Essendo una piccola gelateria, il proprietario ha deciso di puntare tutto sulla qualità delle materie prime, il che si ripercuote positivamente sul prodotto finale.
Meritano anche le granite: non ancora assaggiata, ma consigliatissima dall’amico Artista, quella al gelsomino.
Dove? Via Palazzo di Città 7
5. Orso laboratorio caffè
Instagram @aliceofm |
Come ho già scritto, odio il caffè.
Ma amo i posti nuovi ed originali, e Orso lo è.
Qui trovi miscele particolarissime da assaporare secondo i consigli del personale sempre molto gentile; e poi cappuccino, spremute, brioche e panini salati.
Il locale in zona San Salvario e molto piccolo ma davvero ben curato, con mensole abitate da tazze “affittate” dai clienti: se lo fai verrà esposta con il tuo nome ed utilizzata solamente da te.
Non dimenticare, una volta finito caffè o cappuccino, di scoprire il numero sul fondo della tazzina e controllare cosa ti dice il…fondo del caffè (trovi la tabella all’uscita)!
I prezzi, più alti dei bar normali, variano in base alla miscela scelta; ma gli intenditori di casa hanno notato la differenza.
Ah, e se è la tua prima volta da Orso, il caffè lo offrono loro.
Dove? Via Berthollet 30G
Ti ho fatto venire voglia di venire a Torino? 🙂
by Alice 9 Comments
C’è chi viaggia per necessità e chi per consuetudine.
Non parlo di lavoro, ma di piacere.
Di viaggiatori e di turisti.
Tutti nasciamo turisti, con l’azione intrinseca di utilizzare il denaro per non passare le ferie nella dimora cittadina. Non si tratta di un’urgenza ma di un atto istintivo: al guadagno ne consegue la vacanza più o meno lontano da casa.
In alcuni però avviene l’evoluzione: per un bisogno innato, si diventa viaggiatori.
Piccola parentesi musicale: il pezzo che segue è stato scritto con Arrival of the birds in sottofondo: ascoltandolo credo renda meglio l’intensità di cui parlo.
Insomma, turista e viaggiatore sono molto simili, ma totalmente diversi per un piccolo particolare.
Nel momento in cui lo conosci, impari a riconoscerlo. E’ attaccato ad ogni cellula del tuo corpo, si fa spazio nella mente, ti stringe il cuore; è lì quando ripensi all’ultimo viaggio, quando senti i profumi di terre esplorate, quando sogni Paesi inesplorati.
Valle Viù e lago di Malciaussia, Piemonte |
Il viaggiatore impara dai viaggi. Sa che perdersi è la cosa migliore per scoprire una città, sa che la fatica regala emozioni impagabili.
La differenza sta proprio in questo super concentrato capace di farti star sveglio la notte, e ti accompagna nei sogni ed è lì al risveglio; è quell’astinenza che provi dopo tanto che non parti, che ti spinge a cercare voli, segnare posti, immaginare fughe; ovunque, perchè fuori dal portone di casa comincia una terra da scoprire.
Puerta del sol, Madrid |
Ho trovato una frase di Anita Desai che dice: “Wherever you go becomes a part of you somehow”.
Per me è in questa citazione che risiede la netta differenza con il turista: il viaggiatore è tale per la sua “memoria esperienziale” che accumula in ogni angolo di sè. Il viaggio insegna e lascia qualcosa che va oltre alle nozioni artistiche e culturali; una ricchezza inspiegabile che non andrà mai perduta.
Nyhavn, Copenhagen |
Bonassola, Liguria |
E l’astinenza da viaggio ti porta a delirare con un post in cui riversare tutti quei sentimenti che hai voglia diventino reali con brividi sulla pelle e occhi che brillano.
Perchè ho voglia di salire su un aereo, riempirmi i polmoni di aria che non sappia di casa, sentire la paura della lontananza e la felicità della lontananza; abbandonare le mie abitudini, crearmi un nuovo vestito di quotidianità da cambiare ogni volta che gli imprevisti modificano la giornata.
Ne ho bisogno. Come ogni viaggiatore.
by Alice 6 Comments
Ti ricordi le meringhe al microonde di qualche post fa?
Quelle che puoi preparare anche in pieno agosto, perchè non hanno bisogno del forno…
Quelle che se non hai voglia di cucinare qualcosa da portare all’amica che ti ha invitato a cena ti salvano dalla figuraccia di presentarti a mani vuote (meglio le meringhe di nulla)…
Quelle che se hai figli/nipoti/cugini piccoli puoi prepararle sfruttando la loro manodopera…
Ecco, di quelle ho fatto il video, che insieme al gelato vegano in un ingrediente e alla mug cake al microonde pronta in un attimo, rientra nella serie “In 30 secondi”.
Visto che sono davvero veloci?
by Alice 16 Comments
E’ un periodo duro per noi.
Noi: me, te, gli altri.
Abituati ad essere immersi nella nostra propria vita fatta di salite e discese e curve paraboliche di problemi, ci ritroviamo insieme davanti ad una realtà uguale per tutti noi, appunto.
Ognuno avrà poi le sue emozioni, perchè le declinazioni della paura sono tante; ma il sentimento di base è quello.
Ormai la paura è quotidianità; l’abbiamo sentita nascere assistendo ad eventi avvenuti nella routine di qualcuno. In vacanza, a lavoro, durante una maratona.
Siamo sconosciuti accomunati dalla paura. Uniti dalla paura.
Ma la vita non è così paziente da attendere che tutto passi.
Non possiamo smettere di viaggiare, di lavorare nè di immergerci nei passatempi che amiamo per quel terrore che avanza come acqua nelle fughe del pavimento.
Come ho letto in un bel post di Valentina Stella qualche giorno fa: “[…]non bisogna avere paura. Che terrorismo non vuol dire tanto ammazzare cento o mille persone, ma vuol dire seminare terrore. Vuol dire togliere al mondo il sonno, la serenità e la voglia di continuare a vivere, amare e sorridere. E che l’unica cosa da fare in questo momento è non avere paura. Perché se avremo paura, allora avranno davvero vinto loro. Allora avranno davvero seminato terrore.“
Allora uniamoci, ma per non aver paura.
Ingredienti
– 3 cucchiai di farina
– 2 cucchiai di zucchero
– 2 cucchiai di cacao amaro o farina di carrube
– la punta di 1 cucchiaino di lievito
– 1 bel pizzico di sale
– 8 cucchiai di latte di soya/riso/mandorla/vaccino
– 2 cucchiai di olio di semi di mais
Il procedimento è tutto nel video!
Alcune note
Con due cucchiai di zucchero otterrai una tortina non troppo dolce: se vuoi puoi aggiungerne uno in più.
Non lesinare con il sale se vuoi esaltare il sapore del cacao (limitati comunque al pizzico 🙂
Puoi usare sia latte vaccino che vegetale: ho provato con quello di mucca, soya e ris, venendo sempre benissimo.
Per renderla ancora più golosa aggiungi all’impasto ed in un superficie delle gocce di cioccolato, e una volta cotta termina con zucchero a velo.
I tempi varieranno da microonde a microonde: controlla la potenza massima e fai una prova con una proporzione approssimativa a 800W:1 minuto e 50 secondi.
Mangiala subito: comunque non è cotta al forno; sarà buona anche dopo un po’, ma la consistenza cambierà!
by Alice 22 Comments
by Alice 20 Comments
Procrastinare è la mia parola d’ordine.
Non fare oggi quello che puoi fare domani il mio motto.
Figlia della pigrizia e dell’accumulazione seriale di idee, dimentico e rimando progetti; mi cullo nella speranza che una notte la dinamicità (fisica ed intellettuale) possa essere soffiata nella mia stanza da un Grande Gigante Gentile, al posto di un sogno.
Ma avevo scritto che questo 2015 doveva essere creato da sè stessi, no?
Quindi continuerò ad aspettare il GGG ma intanto, nel periodo boom di blogger aspiranti youtuber, e dopo un anno (!) dall’idea, ho finalmente creato una video-ricetta: una ricetta condensata in circa 30 secondi di video.
Perchè così poco?
Perchè non sempre ho voglia di guardare tutto il video.
Perchè non sempre ho voglia di saltare da un minuto all’altro per trovare gli ingredienti.
Perchè non sempre ho voglia di sprecare tempo per scoprire che non ci sono le dosi.
Sarò mica l’unica?
Alcune note (perchè il procedimento è davvero tutto nel video)
La ricetta ovviamente non prende solo 30 secondi del tuo tempo, ma poco più.
La consistenza è quella del gelato.
La banana deve stare in freezer per almeno 2/3 ore; la cosa migliore è quando hai banane mature che sai già finiranno nella spazzatura: tagliale e mettile in freezer, così potrai usarle all’occorrenza.
Per questa preparazione di usano appunto le banana mature, ma secondo me vanno bene anche normali (ancora in buono stato – non acerbe, ovviamente): il sapore sarà solo meno dolce.
Ovviamente questa è la ricetta base che puoi insaporire come vuoi (presto arriveranno le varianti 🙂
Allora? Che ne dici del gelato (e del video)?
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by Alice 20 Comments
Non sono vegana ma…
Ma mi piace.
Certo, non credo riuscirò mai a rinunciare al concentrato anti-vegan della meringata, ma apprezzo non poco la cucina senza alcun derivato animale.
Mi reputo tendenzialmente una democratica alimentare: mangio e lascio mangiare.
Però.
Però ci sono anche gli estremisti, non per le proprie scelte, ma per quelle altrui.
Hai presente?
Massì, quelli della Lega Carnivora che basano ogni scelta sulla teoria della catena alimentare e la selezione naturale; quelli dalla diagnosi facile di anemia, che sbranando la bistecca al sangue ti chiedono come tu possa reggerti in piedi senza quasi toccare carne.
Oppure quelli del Movimento Vivi d’Aria che NOcarne-NOpesce-NOuova-NOlatticini-NOlegumi-NOfruttasecca- NOcarote-NOmelanzane-NOpiacere e se lo fai…ma non ti vergogni?
Solitamente sono caratterizzati i primi dall’informazione selettiva (ovvero solo delle tesi a sfavore del vegetarismo o veganismo) e i secondi dal fanatismo (se mangerai un cucchiaino di miele, un giorno le api si rivolteranno contro i tuoi figli).
Della seria: abbasso le differenze.
Io sono sulla via dell’addio carne/pesce, mossa dal gusto personale (mi fanno schifo) e da questioni etiche personali.
PERSONALI
Quindi tranquillo: niente sfracassamento dei preliminari alimentari quando ordinerai con la bava alla bocca un brasato in mia presenza.
Spezzafame. Veloci. Semplici. Versatili.
Ecco come sono questi crackers; sono buoni da sgranocchiare, pronti in pochissimo tempo, puoi insaporirli (anche con del formaggio per una versione non vegana), cambiare la farina, cambiare la forma.
Insomma…provali!
Ingredienti
– 1 bicchiere di farina integrale
– 1/3 di bicchiere circa d’acqua calda
– 1 cucchiaino di sale
– 1 cucchiaino di olio extravergine d’oliva
– 3 cucchiai di semi di sesamo (opzionali)
Accendi il forno a 180°C.
Versa sul piano di lavoro la farina e amalgamala con i semi si sesamo.
Al centro aggiungi l’olio e, poca alla volta, l’acqua (potrebbe servirne un po’ di meno come un po’ di più) cominciando a mescolare con le mani.
Continua così finchè non otterrai un panetto morbido ma non appiccicoso.
Con un mattarello stendi l’impasto più sottile che puoi, e ritaglia dei rettangoli della grandezza di (indovina un po’?) un cracker.
Adagiali su una teglia coperta con carta da forno, e con una rotellina dentata (di quelle per le bugie), crea il tipico solco centrale (i due lembi devono quasi staccarsi – in cottura si gonfieranno un po’, chiudendosi) e con una forchetta i buchini.
Inumidisci appena la superficie con dell’acqua e spolvera un pochino di sale.
Fai cuocere per circa 5/10 minuti, o fin quando cominceranno a dorarsi.
Sforna, trasferisci su una gratella, lascia raffreddare e mangia!
Alcune note
Puoi sostituire la farina integrale con quella che preferisci.
Al posto dei semi di sesamo puoi utilizzare quelli di papavero o aggiungere spezie ed erbe aromatiche.
Sono perfetti se tagliati a triangolo e sostituiti alle tortillas per il guacamole.
Non sfornarli se al tatto risultano ancora leggermente morbidi.
E tu di che partito sei? Vegano sì? Vegano no? Carnivoro o fruttariano?
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by Alice 12 Comments
Ed eccomi qui, circa un anno dopo, a riscriverne.
Oggi, perchè è la giornata mondiale della sindrome di Asperger….